Intervistata da tuttobiciweb.it la numero 2 dell’ACCPI e del CPA, responsabile delle cicliste, sembrerebbe, a leggere l’intervista, che abbia puntato drasticamente il dito contro il movimento Juniores delle ragazze italiane. Secondo quanto riportato dal noto sito web di ciclismo, la Cappelletto sembra che abbia dichiarato: “a quanto mi risulta problemi in azzurro non ci sono, anche se secondo me con la categoria juniores (ragazze di 17/18 anni) si esagera. Chi vince è anoressica, e questa categoria è veramente esasperata.”

Per questo motivo l’ex campionessa del Mondo di San Sebastian 1997 punta all’abolizione dei campionati europei e mondiali juniores. Un po’ come dire: se ci sono alcuni ladri che rubano nei negozi, aboliamo i centri commerciali così non rubano più.
In effetti il problema “amenorrea” sembra che sia diffuso nel ciclismo femminile e che si siano verificati anche alcuni casi di anoressia. La nostra giovane collaboratrice e aspirante giornalista Francesca Daniel, fresca ex ciclista, fece un approfondimento sull’argomento dal titolo "Più sei magra più vai forte, attente a non cadere nell'anoressia" intervistando una ciclista pro, caduta nel buio dell’anoressia, che ha avuto il coraggio di svelare la sua storia per essere di aiuto ad altre ragazze coinvolte.

L'anoressia è’ un argomento delicato che coinvolge ambiti diversi. I controlli nel ciclismo ci sono: la visita medica, il medico di famiglia, il medico del Team per finire con il medico della Nazionale. Possibile che tutte queste figure professionali non si accorgano dello status psico-fisico di una ragazzina?
Poi ci sono i direttori sportivi, i preparatori atletici e i dirigenti di società, figure importantissime nella vita di un’atleta femmina. Le compagne e, dulcis in fundo, i genitori.

Sempre da quanto riportato da tuttobiciweb, sembrerebbe che Alessandra Cappellotto abbia dichiarato: “Chi vince è anoressica”, tutte le persone sopra menzionate sarebbero colpevoli di aver chiuso gli occhi sulle cicliste vincenti-anoressiche a discapito di una o più vittorie? Compresi i CT della Nazionale per quanto riguarda i campionati Continentali ed Internazionali?
Va bene sollevare un problema ma in questo maniera non lo accetto. Anzi, mi aspetto che la Cappellotto chiarisca la sua posizione e si scusi con tutto il movimento sano del nostro ciclismo.

Cosa fanno Federciclismo e ACCPI per tutelare le ragazzine?
A quel che mi risulta, intervistando le protagoniste, fanno ben poco. ACCPI se ne disinteressa del tutto; la Federciclismo oltre che a formare bravi allenatori sembra che abbia sottovalutato il problema, demandando la responsabilità ai medici.

Cosa si potrebbe fare?
Incontri, non obbligatori per sottoscrivere una tessera sindacale, atti a formare le ragazzine, le loro famiglie e i tecnici. Anche utilizzando la tecnologia di ultima generazione come lo streaming e whatsapp. Si parla sempre di acculturare ma poi… ?

Per diventare atleti bisogna seguire una vita sana
L’alimentazione è fondamentale per praticare qualunque sport, figuriamoci il ciclismo dove la ragazza è sotto stress psico-fisico continuo.
La dieta sportiva fatta ad hoc dal nutrizionista è la base, il controllo corporeo (bioimpedenziometro), gli esami ematici da fare periodicamente, i test atletici. Sono tutti indici che servono ben bilanciati per fare l’atleta. Il ciclismo in questo è stato sempre avanti agli altri sport. Ricordo, nel lontano 1976, quando fui inserito tra i PA (probabili azzurri) la Federazione mi inviò un quaderno grandissimo dove riportare i miei rilievi giornalieri, personali e di allenamento, da compilare e da inviare la scheda mensile.

La Cappellotto punta il dito anche sul CT Salvoldi facendo trasparire che le sue azzurrine sono sottoposte ad allenamenti troppo stressanti: “Anche Dino Salvoldi, il CT azzurro delle ragazze, sa bene come la penso in materia: le ragazzine non possono essere trattate come delle donne fatte e finite. Gli ormoni femminili sono collegati alla presenza di grasso corporeo e se la percentuale scende troppo diventa pericoloso. Si rischia l’amenorrea, con tutti i rischi che questo comporta. Per questo mi sto battendo per l’abolizione dei campionati europei e mondiali per ragazzine così giovani. Perderemo delle medaglie? Amen. Potrei cantarle una canzoncina: siamo donne, oltre alle medaglie c’è di più…».”
Dichiarazioni a mio avviso molto pesanti che meriterebbero l’apertura di un’inchiesta Federale.

La Cappellotto così dicendo fa intendere, indelicatamente, che le azzurrine vincenti della Nazionale Juniores potrebbero essere state in amenorrea dovuta agli allenamenti troppo pesanti.

Ovviamente io non vado a chiedere alle varie Elisa Balsamo, Elena Pirrone, Letizia Paternoster, Sofia Bertizzolo, Rossella Ratto (podio ai mondiali junior strada); Martina Alzini, Arianna e Martina Fidanza, Giorgia Catarzi, Sofia Collinelli, Silvia Zanardi, Vittoria Guazzini, Gloria Scarsi, Camilia Alessio, Eleonora Gasparrini, Matilde Vitillo, Lara Crestanello se hanno disputato i mondiali su strada e su pista affette da amenorrea ma rimango riservatamente a loro disposizione qualora volessero esprimere la loro personale, quanto riservata, posizione su questa incresciosa vicenda, naturalmente con l’autorizzazione dei propri genitori, visto che le juniores sono minorenni.

Non trovo giusto che si insinui che le nostre azzurrine vengano trattate come oggetti da medaglia.
Detto questo, sono contrario all’abolizione dei Campionati Europei e Mondiali Juniores e sono favorevole affinché si lavori per un ciclismo giovanile, e non solo, pulito e leale che tuteli le ragazze, la loro salute e anche la loro dignità.

Walter Pettinati