E’ veramente destabilizzante che nel 2021 si torni a parlare di discriminazioni di genere nello sport. Diventa grottesco quando si fanno differenze nell’attività giovanile del ciclismo dove bambine e bambini gareggiano insieme.
Trovo invece ridicolo che la responsabile ACCPI Sig.ra Alessandra Cappellotto utilizzi Facebook per lamentarsi della vicenda. Una sindacalista, a mio avviso, dovrebbe prevenire, controllare e agire ufficialmente in ogni situazione, figuriamoci quando a farne le spese sono delle ragazzine delle categorie giovanissime.

 

L’unico attenuante è che l’ex campionessa del Mondo ha dovuto superare un momento difficile della sua vita e che per un lungo periodo ha dovuto pensare a superare ben altre preoccupazioni. Spero e auguro ad Alessandra di aver ritrovato la piena salute psico-fisica che, successivamente, la porti a prendere in considerazione le necessarie dimissioni dalla sua carica.

Veniamo ai fatti.
La testata giornalistica inbici.net, suscitata dalle parole della vice presidente ACCPI, pubblica l’articolo “FCI VENETO, FA DISCUTERE LA NORMA SUI GIOVANISSIMI: BAMBINE DISCRIMINATE?” dove mette in chiaro il fatto e riporta le parole espresse dalla Cappellotto: “Non è un paese per donne. Nemmeno per bambine. E adesso arriveranno le GIUSTE E SACROSANTE spiegazioni che vorranno dimostrare che è normale che ci siano differenze fra maschi e femmine. Talmente NORMALE che in Italia non ci facciamo caso. VERGOGNA‼️ anzi, VERGOGNATEVI ‼️”

Cosa dice il regolamento Nazionale del Settore Giovanile all’Articolo 25 - PREMI?
“E’ vietata l’assegnazione di premi in denaro o premi in natura di elevato valore economico.
E’ consentita l’assegnazione di gadget o premi da consegnare a tutti i partecipanti.
Dovrà essere previsto un premio almeno alle prime 3 società della classifica.
Indicativamente la classifica potrà essere stilata in base al piazzamento ottenuto dai primi 5 classificati di ogni batteria: cinque punti al primo, quattro al secondo e così via fino al quinto cui andrà un punto.
Potrà inoltre essere previsto un premio alla società con il maggior numero di partecipanti In ogni caso la determinazione delle classifiche per società, l’assegnazione dei premi individuali e le modalità delle premiazioni saranno stabilite da ciascun Comitato Regionale nelle proprie norme attuative regionali valide sul proprio territorio.
Si consiglia comunque di rendere le modalità di premiazioni le più snelle possibili.”

Come possiamo vedere, il Settore Giovanile Nazionale non divide l'attività femminile dalla maschile ma rilascia a ciascun Comitato Regionale le proprie norme attuative regionali. Ma non per questo è escluso da responsabilità.
Infatti le "NORME ATTUATIVE INTEGRATIVE REGIONALI VENETO 2021 CATEGORIA GIOVANISSIMI" sono state approvate dal Consiglio Direttivo Regionale del Veneto 11 dicembre 2020 ma sono state confermate dal Settore Nazionale a mezzo mail del giorno 18 gennaio 2021 alle ore 10.37. Come può il SG andare contro le proprie normative?

C’è da sottolineare che l’approvazione delle norme attuative sono avvenute prima dell'elezione del nuovo presidente, eletto il 20 dicembre. Proposte confermate dal SG FCI della Vice presidente Sig.ra Daniela Isetti. (che ci sta a fare? se non sa cosa succede nella sua Federazione).

Nessuna attenuante o giustificazione
Ritengo che non vi sia motivo alcuno per utilizzare misure discriminanti. Concordo pienamente con il il Sig. Daniele Fiorin quando dice: “[…..] ciò che è scandaloso è quello che succederà se la bimba arriva prima assoluta battendo tutti i maschietti !!! perchè la bimba vincendo la batteria prenderà 3 punti !!! mentre il secondo arrivato… primo dei maschietti… ne prenderà 5 !!! (già visto purtroppo in altre regioni !!!).”

Si prega la Sig.ra Cappellotto di fare il proprio dovere di Sindacalista: chiedere l’immediata rimozione dei responsabili Regionali e Nazionali che hanno proposto, approvato e confermato questa ignobile discriminazione di genere con l’aggravante che tale disposizione è stata emessa a discapito delle categorie giovanili dove invece si dovrebbe insegnare uguali diritti e riconoscimenti. (Per responsabili regionali intendo tutte i dirigenti che anche in altre regioni hanno proposto una simile differenziazione).

Non possiamo e non dobbiamo più tollerare che le nostre bambine subiscano queste ingiustizie e diverse classificazioni.

Sarà forse il caso di fare qualche corso di acculturamento per i dirigenti federali?

Walter Pettinati