La quarta tappa, Assisi - Tivoli, parte dalla piazza della Porziuncula davanti la Basilica di S. Maria degli Angeli, uno dei luoghi più importanti della storia francescana. Le atlete passano per Spoleto per terminare la gara con al breve asperità che porta a Tivoli, città citata nell’Eneide di Virgilio. Il chilometraggio, inspiegabilmente e per la prima volta nel femminile, supera i 170 chilometri. Anche il percorso è impegnativo, senza un metro di pianura, con brevi e intense asperità da superare.
Un'altra tappa che mette a dura prova le ragazze non abituata a queste, inutili, distanze. Poco prima di metà corsa l'insidia è rappresentata dal G.P.M. di terza categoria collocato ai 645 slm di Arrone. Tappa per scalatrici passiste, per donne rodate e in piena forma. Non riesco a capire con quale scopo è stato creato il percorso di questo Giro d'Italia Rosa.
Vince Elisabeth Banks che stacca (slealmente dopo non aver collaborato negli ultimi km) la compagna della lunga fuga (80km) Eugenie Bujak. A oltre 1 minuto, in netta rimonta, arriva Anniemiek Van Vleuten con a ruota una straordinaria Elisa Longo Borghini, alla quale manca solo la mentalità vincente per essere una grande campionessa (quale è), Katarzyna Niewiadoma e via scorrendo tutte le più forte con leggeri distacchi. Buone le prove delle italiane Elena Franchi e Tatiana Guderzo giunte rispettivamente 15° e 16° a 1'47'', sfilate dal gruppetto di Ashleigh Moolman e Marianne Vos. Poco più distante Erica Magnaldi, Katia Ragura e Marta Cavalli. Le scalatrici made in Italy stanno tenendo botta.
Purtroppo dobbiamo annotare il ritiro di Anna Trevisi, Francesca Pisciali e Michela Balducci.
Domani tappa apparentemente per ruote veloci con partenza e arrivo a Terracina dopo 110 km con la leggera scalata della Madonna della Civita e un irto strappetto di 1.2 km a 24 km dal traguardo.
Personalmente sono contrarissimo ad aumentare i chilometraggi soprattutto in un Giro a Tappe. Oggi si sono superati i 170 km lungo un percorso duro e selettivo. Una scelta sbagliata che potrebbe indurre le ragazze a fare uso di additivi. Ma si sa, chi propone, disegna e approva i percorsi sono spesso persone che poco hanno avuto a che fare con il ciclismo pedalato.