ome da pronostico, il Giro Rosa è stato dominato dalle ragazze olandesi. Dalla grande Marianne Vos, vincitrice di ben 4 tappe a Lucinda Brand, sempre presente a dare battaglia per finire sulle prima due della classifica: Annemiek van Vleuten, vincitrice di ben due tappe, della generale, del gran premio della montagna e della classifica a Punti e della amica rivale nonché Campionessa del Mondo  Anna van Der Breggen, seconda della generale e vincente nella tappa di Malga Montasio.

Buone le prove delle onnipresenti Amanda Spratt, Ashleigh Moolman e Katarzyna Niewiadoma terminate insieme a Katie Hall davanti alle nostre Elisa Longo Borghini, Soraya Paladin ed Erica Magnaldi.

Tre italiane nella Top Ten che dimostrano la qualità del nostro ciclismo su strada in un giro a tappe importante con il Giro Rosa. Va ricordato l’assenza della Campionessa Europea in carica Marta Bastianelli e dei suoi sprint micidiali anche per le “extra terrestri” olandesi. Vediamo il cammino delle tre italiane in questo Giro.

Elisa Longo Borghini, 8° in classifica generale a 8’19’’. E’ l’Italiana di maggior. Il distacco accumulato è notevole per una campionessa del suo calibro. Inizia perdendo oltre 1’ nella cronosquadre, colleziona 2 terzi posto e sfodera una performance regolare ma lontana dalle big. Da un’atleta come lei mi aspettavo almeno una top5. Per questo motivo… Voto: Insufficiente (non mi permetto di dare un 5 secco per il suo CV)  da riparare ad Agosto, con la prova Europea su strada e a Settembre con il Mondiale;

Soraya Paladin, la trevisana arriva al Giro in buona forma e con buoni risultati ottenuti nelle gare World Tour. E’ penalizzata da un ritardo di 2’36’’ accumulato nella cronosquadra. Cede 3’30’’ nella tappa a cronometro individuale di Teglio. Disputa un giro regolare andando troppo spesso all’attacco (ordini di scuderia?), spendendo energie inutili, necessarie nei finali di gara. E’ senza dubbio un’ottima ciclista e avrà modo di dimostrarlo strada facendo. Secondo me, dovrebbe credere di più sulle sue qualità e correre sulle big. Voto: 8 ma… solo perché so che potresti dare molto di più.

Erica Magnaldi, senza riportare i suoi piazzamenti conseguiti al Giro, è senza dubbio una ciclista di grandi qualità, soprattutto quando la strada inizia a salire. Nonostante i suoi 26 anni, è’ arrivata tardi al ciclismo su strada e questo giustifica l’inesperienza dimostrata in gara. Lo scorso anno terminò il Giro al 13° posto e, in salita, fece vedere grandi cose. Ha migliorato il suo piazzamento al Giro ma, non me ne voglia, non è cresciuta tecnicamente e tatticamente nonostante sia entrata in un grande team. E’ un’ottima scalatrice, deve credere in se stessa e dosare meglio le energie e il modo di correre anche quando sta in gruppo. Spreca troppo e poi cede nei momenti in cui dovrebbe attaccare o reggere le prime. Punto su di lei per i prossimi arrivi in salita. Voto: 8 con possibilità di modifica anche retroattiva.
Vediamo le nostre giovani speranze come si sono comportate?

Elena Franchi, 22 anni, piacentina e una giovane di buone speranze. Al Giro si è classificata al 18° posto, sfoderando la sua miglior prestazione nella cronoscalata individuale piazzandosi al 17° posto. Non mi permetto di darle un voto, facciamola crescere con la speranza di doverla attendere per troppo tempo.

Alice Maria Arzuffi, è una scorpioncina di 24 anni. Una tosta che spesso troviamo la davanti ma che si sfila nei momenti cruciali o cade sul bagnato. A tal proposito, la sfortunata caduta nella tappa di Maniago le ha tolto la possibilità di salire sul podio. Comunque Lei nella fuga c’era. E’ una protagonista che deve trovare la sua identità e i suoi limiti (sempre che li abbia) che, secondo me, sono in parte da scoprire.

Elena Pirrone, la ventenne campionessa del Mondo Juniores è una grande passista. Determinata, caparbia e coraggiosa. L’abbiamo vista all’attacco, perdere contatto e riattaccare di nuovo. Dovrebbe dimenticare le sue performance da Juniores e rivedere il suo modo di correre, magari specializzandosi come finisseur. Nelle corse di un giorno ha dimostrato di sapersi difendere anche nelle salite meno impegnative. Potrebbe emergere nei percorsi vallonati e resi duri, ma dovrebbe, a mio modesto parere, guardare avanti per scoprire le sue complete doti di ciclista. Senza voler fare paragoni assurdi, viste le sue origini trentine, perché non chiedere consigli al grande Francesco Moser?

Mi era rimasta nella tastiera la bella vittoria della ventenne Letizia Borghesi sulle due compagne di fuga: la ventiduenne Nadia Quagliotto e la ventunenne Chiara Perini. Un podio tutto italiano che si è risolto al fotofinish a discapito della brava Quagliotto che alza le mani su di una indomita Borghesi che ci crede fino all'ultimo centimetro e festeggia con un bel successo che fa onore a tutto il movimento tricolore.
Dietro le solite Vos, Kirchmann, Paladin, Van Vleuten, Sanguinetti e via scorrento.. tutto il gruppo o quasi.
A questo trio di giovani coraggiose guerriere metto un bel 10 con diritto di recesso se non manterrano fede a questa bella prestazione.

Concludo con la ventunenne Sofia Bertizzolo dalla quale mi aspetto sempre grandi prove. Per questo motivo che a volte rimango deluso. Sofia è una ragazza meticolosa e professionale ma anche un pò eclettica. Una maglia bianca World Tour 2018, che ha dimostrato di avere doti naturali, su ogni tipo di percorso, a parte le grandi asperità, ci si aspetta di vederla sempre protagonista. In questa stagione è partita bene, con le gare al Nord, ha saputo affrontare anche il pavè, ma, per me (non me ne voglia), ha fallito in questo giro finendo al 54° posto con oltre 57 minuti di distacco dalla prima ma soprattutto è scivolata all’11° posto della classifica giovani a 47’22’’ da Juliette Labous. E’ giovane, ha solo 21 anni, e avrà modo di sorprenderci. Inoltre, io per lei stravedo e proprio per questi motivi che non voglio giustificare la sua prova incolore. Evito di chiederle i motivi del suo flop e superficialmente assegno un fantastico Voto: 4
Vedremo se sarà capace di migliorare la pagella tra Agosto e settembre, prima dell’arrivo dell’autunno.

Non ho voluto volontariamente interpellare le ragazze “incriminate” per sapere la loro versione proprio per lasciarmi andare ad una disamina da puro sportivo ed ex ciclista. E' uscita fuori un po di ironica e qualche parola diretta di troppo, per mantenere fede al mio essere orgogliosamente fiorentino. Sperando di aver colto qualche particolare che possa essere confermato dalle nostre campioncine. E perché no, da critico a criticato.
Sarebbe interessante sapere le loro opinioni su quanto da me scritto, avere il loro auto voto, senza giustificazioni, con un voto al sottoscritto.

Eh eh .. avete pensato che mi fossi dimenticato di dare il voto all'organizzazione e all'ACCPI???? na... domani, domani... uscirò con una grande bomba che scuoterà tutto il mondo Elite maschile e femminile.

Ovviamente anche gli sportivi del grande ciclismo femminile possono intervenire per un confronto e per un contraddittorio, sempre e solo costruttivo.
Tante chiacchiere per dire… cosa possiamo fare per battere le olandesi volanti?

Walter Pettinati