Una grande vittoria di squadra.. quella conquistata oggi a Glasgow dalle nostre azzurre del ciclismo. Bastianelli ha concretizzato con netta superiorità il lavoro di squadra, la tattica perfetta di Salvoldi e l'ottima interpretazione di tutte le azzurre che si sono rese protagoniste dal primo all'ultimo centimetro di gare...


Azzurre che hanno destabilizzato la nazionale Mondiale delle Olandesi che sono state ingabbiate dalle nostre e alla fine hanno applaudito sportivamente la nostra superiorità, almeno in questa gara. Grandi tutte!

"Sono contenta – perché dovrebbe negarlo, Marta Bastianelli, nuova Campionessa europea strada -. Una vittoria che mi ripaga di tante cose. La dedico alla mia famiglia, a mia figlia Clarissa, al mio Team Fiamme Azzurre e a queste fantastiche compagne di viaggio. Senza di loro non sarebbe stato possibile questo… grazie!”

In un solo colpo gli Europei di Glasgow ci restituiscono tanto dal punto di vista sportivo. Prima di tutto una grandissima campionessa, già vincitrice di un titolo mondiale nel 2007 a Stoccarda e che torna a vestire una maglia, questa volta con le stelle dell’Unione Europea. Anche allora alle sue spalle terminò una certa Marianne Vos; non fu un caso allora né un fatto eccezionale, come la gara di oggi ha dimostrato.

Poi perché la 31enne di Velletri, con la sua imperiosa volata, “vendica” (sportivamente parlando), l’Europeo dello scorso anno, quando la Vos superò di un nulla Giorgia Bronzini. Infine, elemento non meno importante, la Nazionale di Dino Salvoldi oggi si è confermata come la vera alternativa internazionale allo strapotere olandese.

Per raccontare questo successo, che regala la prima medaglia all’Italia agli Europei Strada, partiamo proprio dalle consegne della vigilia, evidenti per tutta la durata della gara. Come accade ormai da tempo, essendo le orange la avversarie da battere, il tecnico azzurro aveva previsto un marcamento stretto: Bronzini su Vos, Cecchini sulla Blaak, Longo Borghini francobollata alla Van der Breggen. La gara è vissuta su questa sfida, giocata tra tatticismi e a volte scelte incomprensibili, come quella della Nazionale olandese di far fallire, a 20 chilometri dalla conclusione, una fuga con dentro due sue atlete.

Tre quarti di gara sono volati via con la fuga della britannica Wright. Esaurita la sua azione, a circa 40 chilometri, scatta la campionessa del mondo Blaak, seguita come un’ombra da Elena Cecchini (austrice di una grande gara, impreziosita da un quarto posto di grande sostanza) e dall’altra britannica, sicuramente più accreditata della connazionale appena ripresa, Rowe. Per qualche chilometro il gruppo lascia fare, poi le tedesche e le francesi, rimaste fuori dai giochi, forzano il ritmo e chiudono il buco.

Bastianelli Volata
L’Olanda, come è giusto che sia, prova a fare la corsa. Terminato il tentativo delle tre, dopo una serie di scatti e controscatti, prende il largo Anna Van Der Breggen. Elisa Longo Borghini è lesta a prendere la ruota ed insieme guadagnano in breve una manciata di secondi. Il tempo di riorganizzarsi e sulle due si portano anche la francese Biannic, ancora la Rowe e l’olandese Mackaij. Con due olandese avanti, tra cui una campionessa del calibro della Van Der Breggen, e il gruppo a 30”, sembra che la fuga possa prendere vita. Invece, incredibilmente, il gruppo si scuote per gli scatti della formazione orange, che allestiste anche un treno e fa fallire il tentativo. Evidentemente i tecnici olandesi hanno pensato che in volata ci fossero troppi rischi. Fatto sta che, quando il gruppo sembra sul punto di riprendere le cinque, riscatta ancora la Van Der Breggen. Ancora una volta Elisa Longo Borghini non si fa sorprendere e la segue. Nasce un altro tentativo, che forse potrebbe anche andare in porto se, a tre chilometri dalla conclusione, l'olandese non smettesse di tirare, mettendosi a ruota. Elisa sa di essere battuta in volata e prova a forzare il ritmo, senza risultato. Accettare, però, di portare al traguardo una campionessa come Anna è troppo: le due si bloccano e, quando manca ormai un chilometro, il gruppo torna compatto.

L’Olanda organizza un treno nel quale però non c’è la Vos, marcata a vista per tutta la gara da Giorgia Bronzini, capace di spegnere ogni tentativo di fuga dell’avversaria. Al centro della strada, ai 200 metri, esce prepotentemente Marta Bastianelli che mette tra se e le avversarie una bici.

Azzurre Arrivo
“E’ stata una corsa davvero dura – dirà alla fine -. Un ringraziamento davvero speciale alle mie compagne di squadra che hanno fatto un lavoro pazzesco. Ieri il CT Salvoldi si è raccomandato, in caso di arrivo in volata, di essere tra le prime tre. Così è stato. L’ultimo chilometro è stato incredibile...”

Ha il tempo di alzare le braccia la cielo, guardare indietro e godersi un trionfo che sa di rivincita: brava Marta, bravo Dino Salvoldi, brave tutte le protagoniste di questo splendido Europeo!

Grandissima la soddisfazione del CT Salvoldi: “L’analisi di questa gara è molto semplice, nonostante il percorso (che può trarre in inganno ma è di difficile interpretazione) abbiamo dimostrato, ancora una volta, che il ciclismo è uno sport di squadra. Se prese singolarmente le olandesi sono forse più forti di noi. Eppure dove occorre non solo la forza ma anche la tattica, noi ci siamo! L’attaccamento alla Maglia Azzurra che sempre dimostrano di avere le atlete è un sentimento vero ed è difficile da trovare nelle altre nazionali”.

Un dieci e lode a tutte: “Assolutamente si! Abbiamo risparmiato Marta Bastianelli per un eventuale arrivo in volata e, visto come si è sviluppata la corsa, le altre azzurre si sono sacrificate. Arriverà una nuova occasione, in particolare per la Longo Borghini”.