Questa volta il trio è esploso. Certo, sempre loro tre occupano i gradini del podio, ma questa volta con un ordine diverso e con più distacco. Gioco delle tre carte? No, stiamo parlando di Sara Casasola (DP 66 Giant SMP), Gaia Realini (Vallerbike) e Francesca Baroni (Selle Italia Guerciotti Elite) le assolute protagoniste della gara open femminile.

 

Dopo due tentativi (falliti) in volata, a Sara Casasola sono venute in aiuto le pendenze per piegare la resistenza della maglia rosa Baroni e soprattutto una gran testa, che le ha suggerito il momento giusto per aprire il gas e mettere in crisi la rivale toscana, il cui distacco si è attestato sul minuto, cosa decisamente inedita per questa stagione. Ma a reggere bene agli affondi della sorridente friulana è stata una tenacissima Gaia Realini, la quale, in realtà, aveva promesso resistenza già dalla vigilia (con un sibillino e originale: «il ciclocross è un modo per sfogarsi»). Il suo secondo posto a soli dodici secondi lascia ben immaginare le battaglie di qui in poi. E poi c’è la Baroni, che se è pur vero che con il terzo posto odierno cede la rosa alla Casasola (ex-aequo), è pur vero che non molla mai nemmeno quando non ha più un briciolo di forza in corpo. Quanto sono grandi le ragazze del Giro d’Italia Ciclocross?

«Oggi la corsa si prospettava impegnativa sin dall’inizio. Ho provato a partire bene, credevo di pagarla su quella salita insidiosa e bella lunga, temevo che alla prima curva mi superassero, ma sono entrata davanti nel pezzo tecnico – ha spiegato Sara Casasola subito dopo l’arrivo - Poi ho tirato il più possibile, ho insistito, ho preso quella manciata di metri, cercandoli di mantenerli sino alla fine, considerando che il margine di vantaggio su Gaia (Realini, ndr) era sempre minimo. Nonostante abbia visto tante gare in giro per il mondo il percorso di Cantoira è stato il più duro di sempre, c’era sempre tanta salita, bisognava spingere e il terreno sconnesso non aiutava. È stato molto molto bello e vincere su un percorso così è un valore aggiunto. Per fortuna le gambe giravano bene sennò sarebbe stata dura». Maglia rosa, maglia tricolore, adesso è davvero dura scegliere: «Sino adesso mi è andata bene di poter usare il tricolore (ride, ndr) perché non avevo la maglia rosa, ma d’ora in avanti sarà un onore portarla, intanto per la prossima tappa, poi vedremo».

 

A Francesca Baroni dopo due vittorie, oggi un terzo posto che è costato la maglia rosa. È vero, è a pari punti con Sara Casasola, e siamo alla metà del giro. Punto a capo, dunque, è tutto da rifare per la toscana: «La sfida continua sino alla fine, ci sono altre tre patte, tre occasioni per dare il massimo. Oggi non è stata la mia giornata, ho pagato sin dall’inizio, ho cercato di tenere la terza posizione, purtroppo la maglia l’ho persa, però non mollo, tanto ho la possibilità di rifarmi e io ce la metterò tutta, come sempre. Dove ho sofferto di più? In salita, ovviamente».

Gaia Realini non ha mollato un attimo, al massimo è stata lontana 15 secondi; una prospettiva interessante quella dalla seconda posizione: «È stata una gara molto combattuta con Sara Casasola, lei al terzo giro ha dato una spinta in più in salita, io ho perso un po’ contatto, ma poi sono riuscita a mantenere il distacco. L’avevo nel mirino, non ho mai mollato e sono riuscita a conquistare il secondo posto. È un’emozione arrivare lì con le migliori e le più grandi, essendo io solo al primo anno nella categoria».

Fa festa il Piemonte con la maglia di miglior giovane che passa sulle spalle di Carlotta Borello. La portacolori della Cicli Fiorin, torinese, è stata la migliore delle juniores e in una strettissima classifica generale si prende il simbolo del primato delle più giovani, commentato con queste parole: «È stato bellissimo, anche se il percorso era molto duro e non era adatto alle mie caratteristiche, c’erano certe contropendenze da paura e sinceramente non so proprio come abbia fatto. Già l‘anno scorso ero riuscita a vincere qui, ma il percorso era molto meno duro. Correre tra le junior, poi, all’interno della categoria delle donne open non è facile, loro partono molto forte e mantengono un ritmo alto. Io invece nelle partenze dopo un po’ le perdo, ma oggi ho corso per la maglia bianca, era un po’ che l’aspettavo ed è fantastico che sia arrivata proprio in casa».

Ufficio stampa Federciclismo.it

Ordine di arrivo completo: http://www.ciclocrossroma.it/wp-content/uploads/2019/10/OPEN-F-1.pdf