A raccontare le soddisfazioni di chi si confronta con uno sport tosto come il ciclismo, non solo per le classifiche, ma che comprende più ampiamente tutta quella serie di risultati che si ottengono anche “prendendole” e che permettono di imparare e di conoscersi meglio. Questa è una delle essenze del ciclismo di Martina Berta che, dopo essere stata la prima junior italiana a salire sul tetto del mondo sta affrontando i problemi della sua crescita sportiva con grande determinazione e ottimismo.

Ciao a tutti, sono Martina Berta, ho 20 anni e vengo da La Salle, un piccolo paese in Valle d’Aosta. Sono cresciuta in Piemonte a dir la verità, ma da qualche anno mi sono trasferita su, anche se spesso sto giù in Piemonte in quanto sono iscritta all’Università di Scienze Motorie a Torino.

L’esordio in bicicletta
Ho iniziato ad andare in bici quando avevo 5 anni…. In famiglia sono sempre stati sportivi, si passava dalle camminate in montagna, allo sci e alla bici. Fatto sta che un giorno abbiamo portato la bici a riparare dal meccanico, e lui ci ha invitato a partecipare alla sua gara. Fu così che io e miei due fratelli (Matteo e Francesco) abbiamo fatto la nostra prima gara di mtb dei giovanissimi, e, visto che ci eravamo divertiti abbiamo poi continuato.

La piccola di famiglia
Io sono la più piccola in famiglia e quindi ho sempre cercato di ispirarmi e seguire le orme dei miei fratelli più grandi; con Matteo in particolare. Lui corre nell’Enduro da poco più di un anno, prima faceva anche lui Cross Country e quindi abbiamo condiviso veramente tanto. È sempre stato, e lo è tutt’ora, il mio punto di riferimento.

Una passione che cresce e una che nasce
Così passavano gli anni e io continuavo ad appassionarmi sempre più alla mountain bike, ma credo allo sport più in generale; grazie a mia mamma in inverno infatti ho iniziato a cimentarmi nello sci di fondo. È uno sport molto duro e che richiede molta tecnica, che io non avevo ahah…. Ho iniziato così a fare qualche gara di sci di fondo in Valle d’Aosta, ma ho faticato parecchio agli inizi, anche perché cadevo praticamente ad ogni gara. Piano piano sono migliorata e nel 2013 ho vinto la medaglia di bronzo ai Campionati Italiani. A parte i risultati, questo sport mi ha dato molto; ho avuto la possibilità di conoscere persone, che adesso sono cari amici, che mi hanno insegnato tanto sullo sport in generale! 

La decisione tra sci di fondo e ciclismo
Ho continuato a fare gare di sci di fondo parallelamente a quelle di mtb in estate fino al 2015; poi la doppia attività non era più possibile visto che la stagione di Sci di Fondo finisce a fine marzo e quella di mtb inizia a fine febbraio, e così nonostante fossi stata molto indecisa se scegliere tra mtb o sci di fondo, alla fine ho deciso per il ciclismo.
Abitando in Valle d’Aosta, durante l’inverno mi dedico ancora parecchio alle discipline invernali, e lo Sci nordico è parte integrante della mia preparazione.

Un 2015 speciale
Il 2015 è stato un anno speciale per me; è stato un anno in crescita che mi ha portato a vincere il Campionato del Mondo, anche un po’ inaspettatamente. Ad inizio anno ho faticato abbastanza, visto anche che durante l’inverno avevo solo sciato; poi piano piano le cose sono andate meglio, ho fatto parecchi sacrifici e via via ho vinto il Campionato Italiano e poi il Mondiale. Non partivo assolutamente da favorita, speravo di riuscire a portare a casa una medaglia ma sapevo che sarebbe stata dura.

berta martina mondiale

L’iride del giorno più bello della vita
Credo che quello sia stato il giorno più bello della mia vita; vincere un Campionato del Mondo era il mio sogno, ed è veramente qualcosa di speciale e indescrivibile! Per arrivare lì avevo fatto tanta fatica e sacrifici, ed è anche per questo che è stato così bello.

L’ultimo anno da junior ...
Il 2016 l’ho corso con la maglia iridata addosso ed è stata una bella stagione; non sono riuscita a riconfermare il titolo ma alla fine ho portato a casa la medaglia di bronzo al mondiale, il titolo italiano, e la classifica generale della UCI JUNIOR SERIES (che sarebbe una sorta di Coppa del Mondo per la categoria Junior).

… e il salto tra le élite
Poi c’è stato il passaggio nella categoria Elite nel 2017; non è stato facile. È un altro ritmo e la gara è molto più lunga. Fortunatamente in Coppa del Mondo c’è la categoria Under23 per cui le cose cambiano un po’. Alla fine sono riuscita ad ottenere un quinto posto nella classifica generale Under23 e un secondo posto al Campionato italiano.

Riscoprendo Martina
Nell’ultimo anno e mezzo, come si dice in gergo, “le sto un po’ prendendo”, però quello che sto imparando è veramente tanto. Sto scoprendo un lato di me stessa che non sapevo di avere; poi grazie alla mia squadra sto imparando tanto anche dal punto di vista tecnico (bici, percorsi e fasi della gara ecc..), grazie al mio allenatore Claudio Cucinotta sto apprendendo tanto riguardo alla preparazione e via via cerco di conoscermi e capire sempre di più il mio fisico. Il corpo umano è qualcosa che mi incuriosisce e stupisce ogni volta; è anche per questo che sto cercando di fare l’Università di Scienze Motorie.
Con mio fratello Matteo sto cercando di curare la tecnica (ovvero la discesa). Nella mtb moderna è una parte fondamentale, bisogna cercare di essere il più completi possibili.

La bellezza dell’XC e delle altre discipline
L’XC è una disciplina bellissima e secondo me è molto completa perché richiede diverse capacità. In generale però mi piacciono parecchie specialità del ciclismo; a partire dall’Enduro e per finire con la Strada. Sono tutte molto belle!!

Il ciclismo tra insegnamenti, ostacoli e soddisfazioni
Il ciclismo è uno sport “tosto”, che ti da tanto ma che a volte ti mette veramente alla prova; è una scuola di vita che non smette mai di impartire lezioni. C’è sempre qualcosa di nuovo da imparare; è questo il bello… è un continuo mettersi in gioco, cercare di migliorarsi ecc...; ci sono sempre ostacoli da superare ma credo che nella vita sia lo stesso. Ogni ostacolo che superi, nella vita o nello sport, ti rende più forte a parer mio; impari qualcosa di nuovo. E il ciclismo sicuramente ti insegna a non mollare e a crederci sempre; sembrano banalità, ma a volte son le uniche cose che fanno la differenza. Io credo che le soddisfazioni nel ciclismo non siano solo i risultati; ci sono tanti aspetti che la classifica non racconta! 

I piaceri oltre allo sport ...
Quando non ho la bici tra le mani, mi piace molto comunque stare in mezzo alla natura, e la montagna è qualcosa che mi affascina molto.
Mi piace cucinare, ma a dir la verità sono un po’ una frana ahah… diciamo che mi piacerebbe saper cucinare bene; ogni tanto cerco di “rubare” qualche segreto a mia nonna Dilia, ma non sono ancora riuscita a cucinare niente che fosse buono quanto i suoi piatti!

… e quello di tornare a casa
Durante la stagione i ciclisti sono molto in giro e non passano troppo tempo a casa. Per cui appena ho uno stacco dalle gare, mi piace stare con la mia famiglia in Valle d’Aosta, e allenarmi sui miei sentieri. È qualcosa che mi rilassa parecchio, è un po’ un reset, sia che la gara sia andata bene sia che sia andata male; torno a casa e riparto da zero!
Spero di averti raccontato un po’ di me.”

Sei stata nominata da Serena Calvetti con la seguente motivazione:
La mia nomination va al più grande talento della mtb italiana… Martina Berta, campionessa mondiale junior nel 2015! Mia avversaria, ma anche grande amica!

Cos’hai pensato appena ti abbiamo contattata e cosa ti ha portato ad accettare la nomination?
Mi piacciono le interviste e soprattutto penso che siano un bel mezzo per entrare un po’ nella vita delle persone, per conoscerle meglio e anche far emergere caratteristiche che leggendo i post sui Social Media non possono essere colte. Per me Serena è più un’amica che un’avversaria, anche se poi quando abbiamo un numero attaccato alla schiena non si guarda più in faccia nessuno. La ammiro molto sia come atleta ma soprattutto come persona; umile, con la determinazione di poche, ma sempre con la voglia di sorridere e scherzare.

Sei cresciuta seguendo le orme dei tuoi due fratelli maggiori. Vantaggi e svantaggi di essere la sorella più piccola?
Sinceramente vedo più vantaggi che svantaggi, soprattutto quando c’è un bel rapporto con i fratelli. Per me loro sono sempre stati una guida, un modello; tanti ostacoli che talvolta mi trovavo ad affrontare, i miei fratelli li avevano già superati, e quindi mi potevano dare consigli e aiutare a superarli al meglio.

Il confronto particolare con tuo fratello Matteo, biker come te, in che modo ti ha aiutata e ti aiuta?
Matteo è la persona che mi conosce meglio di tutti; non saprei da dove partire. Lui ha praticato il cross country fino a due anni fa, e quindi per tanti anni abbiamo condiviso i campi gara… e questo voleva dire che mi confrontavo con lui su tattiche, percorso e tutto quello che c’entra con la gara. Poi adesso lui pratica Enduro, quindi da quel punto di vista, come è normale che sia, le nostre strade si sono un po’ divise. Tuttavia ci alleniamo spesso assieme e per me è fondamentale dal punto di vista tecnico, in quanto mi aiuta a migliorare la mia tecnica in discesa, ma anche dal punto di vista atletico perché è uno stimolo in più (a volte facciamo le volate uno contro l’altro… non ne ho ancora vinta una pero’).
È la persona su cui posso sempre contare, che mi bacchetta quando sbaglio e mi supporta quando ne ho bisogno.

Donna, uomo e sport. Pensando a queste parole, qual è la prima cosa che ti viene in mente?
Nello sport, come nella vita d’altronde, le donne hanno bisogno degli uomini e viceversa. Nella mtb soprattutto penso che sia fondamentale la presenza di qualche ragazzo in squadra che ti possa aiutare dal punto di vista tecnico.

Vincere l’iride nel 2015 da junior è stato realizzare un sogno. Ci racconti com’è andata la gara?
Sì, sicuramente quel giorno ho realizzato un sogno. Quel giorno è andato veramente tutto per il verso giusto; ero arrivata a quel mondiale con la speranza di portare a casa una medaglia, ma è stato tutto perfetto quel giorno.
Mi ricordo che avevo cercato di gestire bene le energie per evitare cali verso il finale di gara; ero passata al primo giro in seconda posizione, poi ho aumentato e pian piano ho iniziato a prendere vantaggio. Dopo due giri ero in testa con 40/50 secondi sulla seconda, ma mi era capitato altre volte e mi avevano sempre ripreso alla fine; per cui fino a quel momento pensavo che mi avrebbero ripreso sinceramente. Poi ho iniziato il terzo giro e ho visto che il vantaggio cresceva, ho capito che avrei potuto farcela. Ho iniziato l’ultimo giro con un bel margine e l’ho gestito fino all’arrivo.
L’arrivo è stato qualcosa di pazzesco… nell’ultimo mezzo km di gara non riuscivo neanche a respirare bene, non ci credevo neanch’io. È stato bellissimo, ancora adesso a pensare a quel giorno mi emoziono.

In questo sport, oltre al desiderio di inseguire i propri sogni, quale/i è/sono lo/gli stimolo/i fondamentale/i per fare del proprio meglio?
È uno sport che ti mette sempre alla prova e ti stimola a migliorare ogni giorno. Sicuramente quei sogni che ci vengono dal profondo, a parer mio, sono la forza più grande... ti spingono a dare sempre il meglio di te. Poi indubbiamente ci vuole passione; è quello che ti fa andare avanti anche nei momenti più difficili.
Se pratichi questo sport solo per i risultati, lo abbandoni presto. E infine direi che il divertimento è quello che sta alla base di tutto; se ti piace quello che fai, non ti pesa fare fatica o sacrifici per ottenere quello che vuoi.

Quali invece le difficoltà più grandi da affrontare?
Il ciclismo ti può dare tanto ma a volte ti mette a dura prova; dopo grandi delusioni per via di un mancato risultato, a volte non è facile ripartire con la stessa grinta. Ma tante volte si impara di più dalle sconfitte che dalle vittorie; quindi comunque con un po’ di ottimismo ci si rimette sulla rotta come prima.

Fai parte del Centro Sportivo Esercito e della squadra KMC Ekoi SR SunTour. Ci racconti com’è avere due Team e come funziona?
Praticamente io appartengo al Centro Sportivo Esercito e poi quest’ultimo mi lascia andare in prestito al Team KMC Ekoi SR SunTour. Tuttavia quando vado in Coppa del Mondo o nelle competizioni internazionali sono supportata dal team francese (KMC Ekoi SR SunTour), mentre al Campionato Italiano vesto la maglia dell’Esercito.
Tutto sommato non cambia molto, per me è un grande onore vestire la maglia dell’Esercito, ma devo molto anche alla mia squadra perché mi sta aiutando a crescere molto in questi anni.
Devo ringraziarli entrambi perché per il momento mi stanno permettendo di provare a realizzare i miei sogni.

Come avviene il coordinamento tra le due squadre?
Praticamente l'esercito è la mia prima squadra e mi dà un nulla osta che mi consente di correre per un altro team, autorizzandomi o meno ad andare a fare le gare.
Gli obiettivi della mia squadra e quelli dell'esercito sono gli stessi, quindi alla fine ci si coordina tra le due squadre e tutto funziona.
Però, di fatto, il team KMC Ekoi SR SunTour è quello che mi fornisce il materiale, il supporto alle gare e tutto quello di cui un atleta ha bisogno.

Con il corpo dell’Esercito ti alleni?
Con il corpo dell'esercito è difficile trovarsi per allenarsi, però io ho la fortuna di avere la caserma dell'esercito sport invernali a Courmayeur e quindi ho la possibilità di utilizzare la palestra e tutti i vari servizi. È molto stimolante pensare di allenarsi in un luogo dove sono passati grandi campioni, e poi è una bella comodità perché è ben fornita!

In Italia le donne dello sport sono rilegate al dilettantismo dalla Legge n. 91/1981. Qual è il tuo pensiero al riguardo?
È un bel problema secondo me. Il punto è che non sai mai cosa aspettarti dal futuro; in un certo senso un anno sei dentro, quello dopo non lo sai. È qualcosa che non ti lascia tranquillità; il problema è che la mtb è uno sport che non lascia spazio a tante altre cose (università, ecc...).

La MTB è: … (completa come vuoi tu)
Libertà. Ti permette di stare in mezzo alla natura, di goderti la miglior parte che questo mondo ti offre, ma allo stesso tempo passare tempo con amici e famigliari.

A proposito di cross-country ci hai accennato che richiede diverse capacità. Quali sono quelle fondamentali?
Il cross country si sta evolvendo parecchio, e rispetto agli anni scorsi sta diventando molto più tecnico. Adesso un atleta per stare davanti deve essere completo; bisogna avere tanta forza fisica, ma allo stesso tempo bisogna essere in grado di guidare la bicicletta su radici, salti o sassaie. È intrigante insomma.

La tua passione per il ciclismo parte dal XC, passa per l’enduro e arriva alla strada. Cosa prediligi di ciascuna? Hai provato a seguire e a gareggiare in tutte queste discipline?
Sicuramente il cross country mi piace perché è una disciplina esplosiva e tecnica. L’enduro si basa molto di più sulle qualità tecniche, però mi piace parecchio per l’ambiente e lo spirito che caratterizza questa disciplina; due anni fa ho avuto la possibilità di gareggiare all’Enduro World Series a La Thuile, dove avevo concluso seconda tra le U21, e mi ero divertita tantissimo e avevo imparato tante cose... non escludo in futuro di ripetere l’esperienza.
La strada invece per me è un po’ un sinonimo di velocità; è filante. Quella sensazione dell’aria che ti viene in faccia è bellissima. Nel 2015 avevo partecipato al Campionato Italiano Junior con l’arrivo a Superga; avevo chiuso ottava ma anche in questo caso mi aveva entusiasmato parecchio.
In generale mi piace sperimentare e lanciarmi in qualcosa di nuovo.

Cos’è per te la competizione?
La competizione per me è un continuo imparare e migliorarsi sempre di più; senza porsi limiti, vedere fino a che punto o livello si riesce ad arrivare.

A proposito di gareggiare, ci hai provato anche sugli sci?
Sì, fino al 2015 facevo gare di Sci di Fondo durante l’inverno. Poi non era più molto gestibile con la mountain bike.
Lo Sci di Fondo mi ha insegnato tanto e mi ha permesso di incontrare persone fantastiche, che mi hanno insegnato tanto sullo sport in generale e che adesso sono amici che mi supportano nel bene e nel male.
Lo sci di fondo tuttora è parte integrante della mia preparazione invernale. Mi aiuta a staccare un po’ dalla mountain bike a fine stagione, e a ripartire in ogni stagione con la stessa grinta.

Qual è la tua stagione preferita e perché ti piace?
Direi l’estate, perché in fondo mi piace il caldo e andare in mountain bike.

Dicono che lo stress sia il grande male di questi anni. Nei periodi ricchi di allenamenti e gare come lo affronti? Come sei solita trovare il benessere mentale e fisico?
In generale quando ho un periodo di stacco dalle gare mi piace passare del tempo a casa con la mia famiglia, gli amici e allenarmi sui miei sentieri; è un qualcosa che mi rilassa e mi aiuta a “resettare” e ripartire da zero ogni volta… sia che le gare siano andate bene ma soprattutto se sono andate male.
Io abito in Valle d’Aosta e questo è sicuramente un posto fantastico perché ti offre panorami mozzafiato; ti fa sicuramente “pesare” meno gli allenamenti. Anche se in fondo io sono dell’idea che se ti piace quello che fai, nulla ti pesa, quindi gli allenamenti sono un piacere per me, non uno stress.
Diciamo che bisogna trovare il giusto equilibrio; ci sono momenti che sei via da casa e corri quasi ogni weekend, e lì sicuramente si è più agitati, ma in quel momento il ruolo fondamentale lo gioca la squadra; se l’ambiente in squadra è bello, lo stress è minore e ci sarà più spazio per i risultati.

Qual è il tuo piatto preferito da cucinare e da mangiare?
Il mio piatto preferito è la Pizza, e quello che preferisco cucinare è la Torta di Mele.

La tua nomination (possibilmente avversaria) e la motivazione…
La mia nomination va a Chiara Teocchi, mia avversaria e grande atleta. Ha alzato parecchio il livello delle donne in Italia e questo è sicuramente un bene per il movimento????.

Ilenia Milanese
cicliste.eu
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