Avete mai conosciuto un amore che rispetta i limiti imposti dal tempo? Certi amori nascono e se ne stanno in disparte aspettando il momento “giusto” per esplodere e si divertono a spiazzarci, rivoluzionando le nostre vite con incredibili sfide. A testimoniarcelo è la ventisettenne Manuela De Iuliis che, nella sua breve carriera ciclistica, ha prima conquistato il tetto d’Italia nelle Granfondo e da tre anni si sta facendo strada tra le Élite.

16 giugno 2018 - Gli eroi vanno anche in bicicletta. C’è il grande Gino che pedalando ha salvato centinaia di vite, Alfonsina che ha sfidato i pregiudizi sulle strade d’Italia e papà Serafino che con la sua mountainbike ha reso ancor più speciale il rapporto con una delle tre figlie. “Siamo tre sorelle” - ci spiega Manuela De Iuliis e continua: “Io con la mia iperattività compenso la loro pigrizia!”. È una sportiva da sempre la ventisettenne abruzzese d’origine, ma decisamente molisana, e il suo amore per il ciclismo è esploso appena sette anni fa quando ha fatto il suo esordio nelle Granfondo. L’inizio di un percorso nuovo, difficoltoso quanto stupefacente, che, ostacolo dopo ostacolo, l’ha catapultata prima sul tetto d’Italia e poi nel mondo agonistico direttamente tra le élite.
Un salto senza passare dal via che rappresenta l’incredibile realizzazione di un sogno che continua tra le fila della Team toscano Conceria Zabri Fanini.

La sua prima bici da corsa? Il regalo di nonna Maria e nonno Lucio, che ovviamente in questi anni non segue più solo il Giro d'Italia e qualche classica, ma anche le imprese della nipote.
Ed è proprio delle sue imprese e delle passioni, degli studi prima lasciati e recentemente ripresi, della sua terra dagli infiniti sapori e colori e delle speranze per il suo futuro e per quello di questo sport che ci ha parlato Manuela, che tra un impegno e l’altro, pedala anche sulla bici speciale che papà Serafino, artigiano del legno, le ha costruito interamente a mano.

“Mi chiamo Manuela De Iuliis, sono nata a Castel di Sangro, in Abruzzo ma ci tengo a dire che sono orgogliosamente molisana. Oltre a praticare ciclismo sono appassionata di montagna, fotografia e musica.

Una ventenne all’esordio
La mia storia ed il mio avvicinamento al mondo del ciclismo è un po’ “particolare”. Ho scoperto il mondo delle corse solo a 20 anni, e senza passare per le categorie giovanili, ho iniziato con le Granfondo.

Una passione sempre esistita
Prima di salire sulla bici da corsa seguivo mio padre in MTB, ma già da piccolina passavo le mie estati in bicicletta! Nel mio paese, Rocchetta a Volturno, in Molise, c’è una piccola squadra di ciclismo, la mia prima squadra, e così grazie a loro ho iniziato a pedalare sulla bici da corsa e non me ne sono più separata!

Il coraggio di osare, nonostante tutto
Aver iniziato a correre in tarda età è sicuramente una cosa che mi ha portato tanti svantaggi e ho dovuto lavorare tanto per arrivare a guadagnarmi un posto nel mondo delle élite. Non è stato semplice, ma la mia testardaggine e voglia di sfida contro me stessa prima di tutto, non mi hanno mai fatto arrendere, nonostante ci fossero molte persone che non credevano in me.
Ed è proprio per questo che penso che nella vita ognuno di noi deve avere il coraggio di osare, anche quando si ha un sogno che inizialmente sembrare irraggiungibile! Se si vuole una cosa bisogna che i primi a crederci siamo proprio noi!

I Team da élite
Il primo anno da élite ho corso con la Michela Fanini, mentre adesso sono due anni che corro per il team Conceria Zabri Fanini. Entrambe le squadre si trovano in Toscana, a Lucca.

La realizzazione del sogno più grande
Grazie alla mia squadra attuale ho realizzato il sogno più grande, quello di partecipare al Giro Rosa. È stata l’esperienza sportiva più faticosa e senza dubbio la più bella che abbia mai fatto!
Quest’anno tornerò al Giro Rosa indossando ancora i colori della Conceria Zabri, sicuramente avrò un po di esperienza in più, cosa che nel ciclismo conta tanto.

Ringraziamenti e speranze
Ringrazio la mia squadra, che mi da l’opportunità di vivere per la seconda volta questa esperienza e poi ringrazio il mio Preparatore atletico Alessio Cellini, che si dedica a me con professionalità e competenza. Spero di non deludere tutto il lavoro che lui ha fatto per me!”

Sei stata nominata da Genny Tumino con la seguente motivazione:
“Manuela De Iuliis, la conosco superficialmente, siamo amiche e la vorrei conoscere di più.”

Cos’hai pensato appena ti abbiamo contattata e cosa ti ha portato ad accettare la nomination?
Ho pensato che non c’era nessun motivo per non accettare questa intervista! Poi la nomination da parte di Genny mi ha fatto piacere, poiché anche se non la conosco bene, mi è sembrata subito una brava ragazza… e poi è tra le pochissime cicliste donne del sud… viva il sud ????!

Ciclismo, montagna, fotografia e musica. Cosa ti appassiona di ciascuna?
Il ciclismo per il momento è la mia vita, solo la forte passione può farti capire il valore di una cosa, senza la quale non puoi stare. Il ciclismo è una di queste. Passo molto tempo in montagna… mi piace andarci a piedi oltre che in bici da corsa/mtb. Casa mia affaccia sulle bellissime montagne delle Mainarde e la prima cosa che faccio al mattino è guardare fuori alla finestra… della serie “levatemi tutto ma non ciò le cose che amo!”. Trascorro molto tempo a contatto con la natura e questa cosa mi ha portata a scoprire le passione per la fotografia, sono una grande osservatrice!

deluliis manuela cavallo

Una cosa che faccio spesso nei giorni di “scarico” è andare con la mia bicicletta nei luoghi che più amo, tra il “mio” Molise e l’Abruzzo, sedermi sulla riva di uno dei tre laghi vicini a casa mia, osservare la natura ed ascoltare il silenzio che solo certi luoghi possono offrirti. Potreste prendermi per matta, ma vi assicuro che ne esco “purificata” ????.

Poi c’è la musica… che vita sarebbe senza? C’è sempre un pezzo o una canzone che si adatta al nostro stato d’animo, è come una cura la musica!
In casa mia c’è sempre stata la cultura musicale: mia mamma quando eravamo piccole preferiva far ascoltare la musica a me e alle mie sorelle anziché accendere la Tv! Mio padre invece è appassionato di jazz e suona il basso e ricordo che da piccola mi comprò una chitarra, ma non ho mai imparato a suonarla… chissà un giorno!

Chi sono i tuoi idoli ciclistici maschile e femminile?
Il mio idolo ciclistico è Gino Bartali, non solo per le sue imprese in bicicletta, ma per il suo essere un vero e proprio Eroe al tempo della guerra, quando salvò la vita a centinaia di ebrei pedalando tutti i giorni da Firenze ad Assisi. Questa è la storia di un campione eroico, non solo sportivo, ma anche di vita!
Tra le donne invece l’idolo è Alfonsina Strada, la prima donna ciclista ad aver partecipato al Giro d’Italia, correndo sola con i maschi.

Quali sono il luogo, la foto, il cantante e la canzone che preferisci e perché?
Il luogo che preferisco in assoluto, invece, è Monte Marrone, una montagna della catena delle Mainarde, in Molise. Quando vado lì tutto si ferma, compresi tempo e pensieri e l’unica cosa in continua evoluzione sono le emozioni. Ci sono diversi motivi e diverse cose che mi legano a questo luogo, ma posso dire che in generale, il mio luogo felice è la montagna.
Ogni foto immortala un preciso momento che immediatamente diventa un ricordo e riguardandola rievoca precise emozioni. Le foto che preferisco sono due: un selfie con una volpe e una dove sono sdraiata accanto ad un cavallo che dorme, entrambe scattate in montagna!

Per quanto riguarda la musica, preferisco quella degli anni ‘60, il rock in particolare. Credo di essere nata negli anni sbagliati ???? Tra i miei preferiti ci sono i Pink Floyd, i Queen, The Doors, Guns’n roses, i Beatles…, ma ascolto anche musica italiana, come Vasco, Battiato, Carmen Consoli, Litfiba, Caposella, Mannoia, De Andrè, Dalla… potrei stare qui a fare una lista infinita, perché non riesco a dire quale preferisco in assoluto. Se nomino un artista/gruppo ne restano fuori troppi.

Mi resta difficile dire anche la mia canzone preferita, ce ne sono due che amo in particolare: “Walk on the wild side” di Lou Reed e “Hallelujah” di Leonard Cohen, ma interpretata da J. Buckley.

Sin da piccola hai vissuto il ciclismo dall’esterno, seguendo le imprese in MTB di tuo papà. Qual è il più bel ricordo legato a quel periodo?
Mio padre si chiama Serafino e da sempre ha avuto la passione per la MTB. Quando lo vedevo uscire la domenica mattina con la sua bicicletta, il mio desiderio era seguirlo ma ero troppo piccola per poter andare sui sentieri fuoristrada con lui. Per le figlie femmine i padri sono come degli eroi, un esempio da seguire e così ogni ricordo legato a quel periodo è forte e incancellabile!

Quali sono stati (se ci sono stati) gli aspetti positivi di esordire in questo sport da ventenne? Perché non l’hai fatto prima?
Sicuramente ci sono più aspetti negativi che positivi del fatto di aver esordito in tarda età nel ciclismo. Però ci sono anche aspetti positivi. Spesso i ragazzi abbandonano uno sport in età adolescenziale, o perché sono distratti da altro, o perché non hanno motivazione, o per altri motivi legati ai genitori… i motivi possono essere infiniti! Io vivo in Molise, dove lo sport più praticato è senza dubbio il calcio (anche femminile). Tutto ruota intorno al calcio e sono poche le attenzioni che vengono date agli “sport minori”. È più semplice portare un bambino in una scuola calcio anziché in una scuola di ciclismo, anche perché attualmente non ce ne sono.
Mi sono avvicinata al ciclismo in tarda età perché non ho avuto la possibilità di poterlo scoprire prima, ma praticavo altri sport. Ne ho provati diversi; ma ero alla ricerca di quello che più si adattasse a me e al mio essere!
L’aver iniziato in tarda età a praticare sport agonistico mi ha sicuramente evitato tante pressioni, soprattutto a livello psicologico, che ovviamente ora non mancano! ????

Il coraggio di osare ti ha spinta prima nel mondo amatoriale e successivamente in quello agonistico. Quando e come hai capito che eri sulla strada giusta? Ho iniziato per gioco con le gare amatoriali. Ricordo la mia prima gara, era in Abruzzo, la Granfondo di Danilo Di Luca, a cui partecipai dopo solo una settimana dalla prima pedalata in bici da corsa. Arrivai al traguardo da sola, dopo più di 100 km, stremata, con una bici che non era nemmeno la mia. Qualcuno pensava che da quella prima esperienza avrei odiato la bici da corsa, e invece da lì è iniziato tutto!
Così per diversi anni ho gareggiato nelle Granfondo con diverse squadre, la prima in Molise, poi in Abruzzo e per finire nel Lazio, fino ad ottenere il risultato del tricolore nelle Granfondo nella categoria donne. Così mi è stata data l’opportunità di provare nel mondo delle élite e questo è il terzo anno che gareggio nel ciclismo femminile. Di ostacoli ne ho avuti davvero tanti, si aspettano molto da me ma pochi riescono a capire i sacrifici che ho dovuto fare per arrivare dove sono in così poco tempo.

Ci racconti la tua esperienza tricolore?
Il tricolore lo vinsi nella stagione 2015, a Porto Sant'Elpidio, con i colori della Animabike Falasca, una squadra laziale. Mi ero preparata bene per quell'evento e ci tenevo a fare bene soprattutto perché l'anno precedente ricordo che venni ripresa a 200 mt dal traguardo e arrivai seconda. Indossare la maglia tricolore, anche se non nella massima categoria, è comunque una soddisfazione e le emozioni di quel giorno le porterò sempre nel cuore. Con me c'era il mio compagno di squadra Emiliano e un grazie speciale va a lui!

L’essere una donna è stato mai un fattore discriminante?
Sì. Purtroppo in Italia lo sport agonistico femminile è ancora un punto discriminate. Le donne non sono tutelate dallo Stato e l’attività agonistica non assicura introiti sufficienti per essere presa in considerazione come sport professionistico.

Fai solo strada o ti dedichi ad altre discipline?
Gareggio solo su strada, ma nel periodo di preparazione invernale mi dedico anche alla MTB, al trekking in montagna e allo sci (sto imparando! ????).

Ci racconti com’è andato il tuo primo Giro Rosa e com’è stato vivere il tuo sogno? Quale tappa ti è piaciuta di più e qual è stata la più difficile?
Quando mi è stata confermata la partecipazione al Giro Rosa non riuscivo a crederci e solo quando ho concluso l’ultima tappa ho compreso di aver realizzato il mio sogno… io, che gli anni precedenti il Giro lo guardavo in tv! ???? Ovviamente quel poco di differita che trasmettevano (e che trasmettono ancora adesso purtroppo). Non c'è abbastanza spazio per il ciclismo femminile e questo è un vero peccato.
Sicuramente la tappa più bella sarebbe dovuta essere quella di casa, con partenza da Isernia, ma si trasformò in un giorno triste per tutto il mondo del ciclismo, a causa della caduta della Cretti. Quindi posso dire che la tappa più difficile, ma anche più bella è stata l'ultima. Difficile perché avevo nelle gambe la fatica delle 9 tappe precedenti, ma più bella perchè ero consapevole di aver portato a termine il mio primo Giro Rosa e ad attendermi al traguardo c'erano le persone a me più care!

Non è mai troppo tardi per… (completa la frase come vuoi tu).
… vivere la vita come vuoi.

Sei più istintiva o razionale?
Sono un Ariete, sicuramente molto istintiva e sensibile… spesso mi faccio sopraffare dall’emotività!

Sei nata in una delle regioni più apprezzate al mondo per la cucina tradizionale. Qual è il tuo piatto preferito e come te la cavi in cucina?
In cucina me la cavo abbastanza bene, soprattutto con i dolci! In Molise non manca la tradizione della buona cucina e dei prodotti tipici (senza presunzione ????) di altissimo livello, come il tartufo e il caciocavallo.
Mi piace la cucina tradizionale, quella che i nostri nonni chiamano “povera”, come la polenta, sagne (un tipo di pasta fatto a mano) e fagioli e cavatelli (gnocchi di patate)!

Com’è stato trovare il giusto rapporto tra alimentazione e ciclismo?
Chi pratica sport sa che deve stare attento all’alimentazione e in Molise non è certo semplice ????. A parte gli scherzi, mangiare sano è alla base!

Il Molise è la Regione più piccola, più giovane e meno popolata d'Italia, ma… (completa la frase come vuoi tu).
… qui il tempo sembra fermarsi… Chi viene in Molise se ne innamora!
È la terra dei sapori, delle tradizioni e dei colori. A furia di dire che “il Molise non esiste” siamo diventati famosissimi!

Il proverbio molisano che più ti piace.
“Rmira e uocchj spiann Ca’ nn è cavdar Ca’ gl arrchiagn”
Tradotto: Guarda attentamente e allarga bene gli occhi (riferito alla scelta di un uomo o di una donna) che non è come quando scegli una pentola, quella se non è buona puoi cambiarla!!

Com’è la vita da ciclista nella tua terra?
Sono l’unica ragazza che pratica ciclismo nella mia zona e mi alleno sempre con altri maschi. Sarebbe bello allenarmi con altre donne e questo è già un aspetto negativo. Un giorno mi piacerebbe creare una squadra molisana tutta al femminile!
La cosa che più mi piace, oltre all’indiscutibile bellezza del territorio, è il poco traffico e quindi anche i minori rischi di incidenti sulle strade. Sono stata per due anni a Roma, tra le città più caotiche e trafficate e quindi so bene tutti i pericoli che si corrono andando in bicicletta.

Cos’hai studiato e di cosa ti occupi?
Finita la scuola superiore mi sono iscritta al corso di Laurea di Scienze Motorie a Chieti. Sono stata tre anni tra Chieti e Pescara, mi mancavano tre esami alla laurea e per diversi motivi decisi di sospendere gli studi. Da pochi mesi ho ripreso ciò che avevo lasciato in sospeso! Inoltre ho frequentato il Corso di Tecnico Sportivo presso il CONI e vorrei prendere altri attestati di livello superiore. Conciliare l’attività bici e lo studio è molto impegnativo ma con un po’ di volontà tutto si può fare!

La tua esperienza più positiva e quella più negativa di quelle fatte fin qui nelle Granfondo e nel mondo agonistico.
Nelle Granfondo la più bella è stata la conquista del titolo italiano mentre tra le élite, a parte il Giro Rosa, è stata la trasferta in Cina.
Tra le esperienze più brutte in assoluto, anche se non riguarda me personalmente, c’è la caduta di Claudia Cretti al Giro Rosa. Quella giornata sarebbe dovuta essere una delle più belle della mia vita sportiva, poiché era la tappa di casa, con partenza da Isernia, dove ad aspettarmi c’erano tutte le persone a me care e gli amici… emozioni ne resteranno per sempre nel mio cuore! Al traguardo ci dissero del terribile incidente e così quella bellissima giornata divenne subito cupa e triste. Certi episodi ti fanno rendere conto i quando la vita può trasformarsi in un incubo da un momento all’altro e che spesso ci si lamenta per cos’è troppo futili.
Di momenti brutti vissuti sulla mia pelle ce ne sono, ma preferisco archiviarli e conservare quelli belli ????.

L’esperienza è spesso il biglietto da visita che apre le porte al mondo del lavoro, che da una parte la richiede e dall’altra non la offre. Qual è il tuo pensiero al riguardo?
L’esperienza conta tantissimo. Voglio arricchire il mio bagaglio di conoscenze pratiche in il Corso di Laurea in Scienze Motorie, gli attestati del CONI ed altri che vorrei prendere con la FCI, per dare un contributo alla mia regione e costruire una realtà sportiva che riguardi il settore giovanile in Molise, che attualmente è carente.

Una famosa frase di Michelangelo dice: “L’esperienza ha poco da insegnare se non viene vissuta con umiltà”. Sei d’accordo?
Sì, sono d’accordissimo, perché è alla base di tutto, è la madre delle virtù! Solo con l’umiltà si può costruire qualcosa di grande, qualsiasi essa sia!

Qual è la tua prossima meta come ciclista? E come donna?
Per il momento pensò a concludere questo anno agonistico con la mia attuale squadra, la Conceria Zabri Fanini e con il mio preparatore atletico Alessio Cellini, che mi supporta con grande professionalità ed amore per il suo lavoro! Poi per il prossimo anno si vedrà! Adesso ho 27 anni ed essendo molto realista e con i piedi per terra, so che l’attività ciclistica non mi dà altro se non la soddisfazione di correre tra le migliori. Devo pensare al mio futuro, alla vita reale, che di certo non è su due ruote! Ho tanti progetti per il futuro e spero un giorno di vederli realizzati!
La prossima meta come donna? Sono una donna che ama le cose semplici della vita, che poi sono quelle che per me contano di più. Posso solo immaginare un futuro in cui la bicicletta sarà sempre presente e chissà, incontrare una persona che possa condividere con me tutte le altre passioni, quella per la montagna e lo sport in primis.

La tua nomination (possibilmente avversaria) e la motivazione…
Nomino Benedetta Palumbo, non è una mia avversaria poiché siamo compagne di squadra, ma è una ragazza che io stimo molto, per il suo modo di essere e perché capisco i sacrifici che fa per dividere il suo tempo tra allenamenti e studio!

Ilenia Milanese
cicliste.eu
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