Certo è che quando si ama, niente e nessuno ha il potere di fermarci! Se poi le immense passioni sono due, anche se tutto si complica, gli effetti raddoppiano e, perché no, si completano. Sul palco, Giada Capobianchi... e questo è il suo grande spettacolo su due ruote!
5 febbraio 2018 - Classe 2000, Giada Capobianchi è una Junior secondo anno che vive a Roma e, proprio da qui, ci ha fatto salire in sella, accompagnandoci a spasso per l’Italia.


Una partenza nel caos della capitale, che la costringe ad allenarsi come può, spesso facendosi scortare dai genitori o dal nonno in auto per raggiungere la pianura del lungo mare di Ostia e le salite dei Castelli Romani - i colli Albani, famosi per la loro gastronomia....
Poi via, in trasferta per disputare le gare e ancora su fino a Montichiari, dove si allena tutte le settimane per inseguire il suo sogno azzurro, che l’ha portata a vivere gli scorsi mesi estivi a Castelnuovo del Garda, vicino a Verona.

Tre mesi sul Garda... “Non ti mancava la vostra mitica pizza al taglio?” - le abbiamo chiesto scherzosamente. “Ahahaha sì molto, ma non solo quello... mi mancava un po’ tutto, partendo dal cibo e arrivando al ritmo della mia città e anche i miei amici.” è stata una delle risposte che ha ampliato gli orizzonti, intervallando la storia e le splendide scenografie di contorno con dei brevi approfondimenti sugli ostacoli e sui problemi che si presentano inseguendo la passione per il ciclismo dalla città eterna e, più in generale, dal centro Italia.

Mettetevi comodamente seduti in platea.
Ecco che si spengono le luci in sala e si accendono quelle del palco ad illuminare quel pesante drappo di velluto rosso, che inizia ad aprirsi.
Dal buio nel retro, compare lei: Giada... con il suo grande spettacolo su due ruote!

“Corro dall'età di 6 anni e ho iniziato seguendo le orme di mio papà e di mia sorella.

L’esordio con la società di famiglia
Ero tesserata per la società di famiglia, il G.S. Capobianchi, che all'epoca contava tra le sue fila numerosi Giovanissimi.
Tutto è iniziato un po' per gioco, ci divertivamo la domenica, approfittando delle gare anche per fare delle gite fuori porta con i miei compagni di squadra, nonché grandi amici.
Ricordo quei momenti sempre con il sorriso, era un festa ogni domenica e ogni gara facevo sempre il pieno di premi, dato che, quasi sempre, battevo anche i maschi nelle gare promiscue qua nel centro Italia, ma anche al nord.
Anche durante i meeting nazionali ho raccolto diversi risultati, come il secondo posto su strada da G2, il terzo posto negli sprint da G4, il primo posto, sia su strada che negli sprint, da G5 ed, infine, da G6, un primo posto nella batteria su strada e un secondo negli sprint.

Difficoltà e risultati di un’Esordiente alle sue prime esperienze in rosa
Il passaggio a Esordiente non è stato semplicissimo. Ho ottenuto diversi piazzamenti, ma non sono mai riuscita a centrare il massimo risultato.
Da Esordiente secondo anno, però, mi sono riscattata, ottenendo 9 vittorie su strada e molti piazzamenti di valore.
Questi sono gli anni in cui ho cominciato a correre nelle gare femminili nel nord Italia. Ogni domenica io e la mia famiglia ci sobbarcavamo, e lo facciamo tutt'ora, lunghi viaggi per raggiungere il posto di gara, anche nelle regioni più lontane, per poi tornare la notte della domenica e andare puntualmente a scuola il lunedì.

Da Allieva il cambio team...
Da allieva primo anno, sono passata nel G.S. Cicli Fiorin/Capobianchi, affidandomi alla guida esperta di Daniele e Stefano Fiorin, che mi hanno accolta nella loro squadra, per cui gareggiava, nella categoria superiore delle juniores, già mia sorella.

...e le conquiste
Quell'anno ho vinto 2 gare su strada e ho conquistato un ottimo secondo posto agli Italiani su pista nella velocità individuale.
L'anno successivo, invece, ho centrato cinque vittorie e, sempre nei Campionati Italiani su pista, un secondo posto nella velocità olimpica con la mia corregionale Marika Proietti e due terzi posti nella velocità individuale e nel keirin.
Da segnalare, inoltre, un inaspettatissimo secondo posto nel Campionato Italiano cronometro a squadre.
É in questi anni che ho imparato il significato di correre in un team, di aiutarsi a vicenda e di condividere vittorie e sconfitte con le altre ragazze.

I cambiamenti da Junior primo anno
Da junior si sono moltiplicati i sacrifici.
Sono iniziati, e continuano tutt'ora, gli impegni con la Nazionale che mi portano ogni settimana al velodromo Fassa Bortolo di Montichiari per gli allenamenti infrasettimanali. Salto scuola ogni martedì per inseguire il sogno in azzurro, il che mi comporta sacrifici doppi per il resto della settimana sui banchi di scuola.
Lo scorso anno ho corso per la Vecchia Fontana e mi sono appunto concentrata maggiormente sulla pista, trascurando la strada.

La prima convocazione in azzurro e la top 10
Sono stata convocata in azzurro agli Europei su pista di Anadia, classificandomi nella top ten sia nella velocità individuale che nei 500 m con partenza da ferma.

La delusione di un Mondiale andato in fumo
Ma il vero obiettivo in realtà erano i Campionati del Mondo di Montichiari a cui sono stata convocata, ma che, con mio enorme rammarico, sono sfumati a causa di una gastroenterite fulminante che mi ha tenuta lontana dal campo di gara.
Sono stati dei giorni duri, mi ero preparata con grande impegno e costanza all'appuntamento e per qualcosa che non era sotto il mio controllo ho visto buttati al vento mesi di preparazione.
La delusione a ripensarci è ancora grande, ma sicuramente questo mi darà maggiore carica per la prossima stagione ormai quasi agli inizi.
Le aspettative per il 2018
Quest'anno, infatti, correrò con la Zhiraf Guerciotti Selle Italia e spero di poter togliermi alcune soddisfazioni e di regalare dei buoni risultati alla mia squadra.”

Sei stata nominata da Matilde Vitillo:
“Nomino Giada Capobianchi, che ho conosciuto quando era tesserata per il Piemonte e siamo subito diventate amiche. È simpaticissima, non smette mai di farmi ridere, senza contare che è una grande velocista, una delle migliori, se non la migliore che io conosca.”

Cos’hai pensato appena ti abbiamo contattata e cosa ti ha portato ad accettare la nomination?
Mi ha fatto un grandissimo piacere sapere di essere stata nominata.
Matilde è una mia grande amica e quando è possibile ci sentiamo anche se la distanza non aiuta.
Conoscevo le vostre interviste ed è un onore per me farne una.

Da giovanissima il fatto di competere con i maschi e di batterli, come influiva sul tuo modo di affrontare allenamenti e gare?
Quando ero una giovanissima era tutto più semplice, gli allenamenti non erano veri e propri allenamenti, ma momenti di gioco. Le gare le vincevo con grande facilità e le ho sempre affrontate con molta leggerezza. Non mi sono mai limitata al solo fatto di battere le femmine, la gara la consideravo vinta solo quando riuscivo a battere anche tutti i maschi.
C'è sempre stata in me una grande voglia di vittoria, ma senza mai dimenticare il fattore di gioco.

In che modo ti ha aiutata (se lo ha fatto) a vivere successivamente la competizione esclusivamente con le femmine?
L’aver vissuto con grande naturalezza le competizioni con i maschi mi ha portata ad affrontare le gare femminili con grande serenità.

Si può dire che il ciclismo abbia in qualche modo sdoppiato la tua vita, costringendoti ad affrontare lunghe trasferte e periodici trasferimenti che hanno influito sulla tua quotidianità, chiedendoti conseguentemente impegni e sacrifici maggiori rispetto alle tue coetanee. Cose ti ha spinto e cosa ti spinge a farlo?
Una parola può riassumere tutto: la passione. É sempre stata lei a spingermi a fare ciò che faccio; mi ha permesso di affrontare grandi difficoltà e sopportare i sacrifici che tutti i giorni devo compiere.

Roma è la città eterna. Cosa bisogna assolutamente visitare?
Roma è una città stupenda, andrebbe vista due volte sia di giorno che di notte perché di notte sprigiona una magia diversa.
Bellissimi a Roma sono i tramonti, soprattutto nel mese di ottobre (le famose ottobrate romane) che donano un fascino particolare a questo museo a cielo aperto.
É impossibile elencare qui tutte le meraviglie di Roma, ma sicuramente da non perdere sono il Colosseo, San Pietro, la fontana di Trevi, i Fori Imperiali, l'Altare della Patria.

A quale luogo sei più legata e perché?
Ci sono principalmente due luoghi che prediligo: San Pietro e il Gianicolo. Entrambi, nonostante io li abbia visti e rivisti più e più volte, mi lasciano sempre senza fiato. Tutti conoscono la stupenda San Pietro che si innalza imponente e maestosa.
Il Gianicolo, invece, meno conosciuto, è un colle romano che offre la migliore vista su Roma che si possa richiedere.

Ai fini strettamente sportivi, quali sono i pro e i contro di essere nati e cresciuti in una grande città come Roma?
In ambito sportivo Roma è uno dei peggiori posti dove potersi allenare. Il fatto che sia sempre molto trafficata, rende pericoloso e difficile allenarsi in queste zone e in più è difficile trovare salita.
Di pro non credo ce ne siano, a parte il fatto di allenarsi con una vista stupenda.

Viaggiando per l’Italia, quali principali differenze hai trovato?
Al nord Italia ho riscontrato un maggiore rispetto nei confronti di chi si allena in bicicletta, cosa che qui a Roma non succede assolutamente.

Come si dovrebbe lavorare per migliorare la situazione ed assicurare sicurezza e rispetto per chi utilizza la bicicletta per muoversi in città, per allenarsi e quant’altro?
Purtroppo a Roma si vive una situazione particolare, siamo condizionati dal gran numero di abitanti che ci vivono e lavorano. Trovare una soluzione è sicuramente molto difficile, bisognerebbe pensare ad un punto di incontro tra noi ciclisti e gli automobilisti.
Per fare un discorso più in generale da parte dell'amministrazione ci potrebbe essere una maggiore collaborazione per il miglioramento delle strade e la costruzione di piste ciclabili.
Poi, magari durante le domeniche, quando il traffico diminuisce notevolmente, si potrebbero chiudere delle strade alla circolazione dei veicoli a motore e dedicarle interamente a coloro che vogliono godersi una passeggiata a piedi o in bicicletta.

Sei una velocista e ti dedichi principalmente alla pista. Cosa ti piace di questa disciplina?
La pista è una disciplina particolare, che ha un certo fascino.
Mi piace la tensione della gara, ma anche la grande adrenalina che ti attraversa durante uno sprint. La pista richiede tantissimo impegno e dedizione e, soprattutto, una grande convinzione perché esige un grande lavoro di testa.

La strada ti manca? Per quale motivo?
La strada mi manca terribilmente, io ho iniziato con questa disciplina ed è ancora la mia preferita. Mi mancano principalmente gli ultimi chilometri di gara dove bisognava prepararsi alla volata, sentire l'adrenalina mano a mano crescere dentro di me sino a culminare nel momento di massimo sforzo durante lo sprint finale. É una sensazione indescrivibile che ripaga gli enormi sacrifici che richiede questo sport.

Nel 2017 un problema fisico ha sfumato il tuo sogno di partecipare ai Campionati del Mondo di Montichiari, ai quali eri stata convocata. Sicuramente una grande delusione... credi ti abbia insegnato qualcosa? Se sì, cosa?
É stata una grandissima delusione per me non poter partecipare ai Mondiali dopo un anno così impegnativo, incentrato completamente sulla loro preparazione.
Nonostante l’enorme sconforto, questo avvenimento mi ha dato una maggiore determinazione e, soprattutto, mi ha fatto capire che non bisogna mai mollare e ci si deve rialzare dopo le cadute.

Nella vita meglio imprevisti o certezze?
Nella vita penso che ci debbano essere sia imprevisti che certezze. Le certezze sono la base delle nostre consapevolezze e ci guidano nelle nostre scelte, ma non sempre tutto va come previsto e, anche se ci si allontana dalle proprie previsioni, si può ricavare qualcosa di positivo.

Imprevisti e probabilità sono le incognite di uno dei giochi da tavola più famosi che unisce molte generazioni, il Monopoli. Carte che obbligano il giocatore a muovere la propria pedina solo in determinati spazi del tabellone... Ci hai mai giocato?
Per un’atleta, ma anche in generale, essere un po’ “calcolatori” e valutare la possibilità che una cosa si verifichi o meno può servire ad affrontare le delusioni dietro l’angolo?
Sì, gioco molto spesso a Monopoli, ma non sono mai stata una grande stratega in questo gioco. Certamente bisogna prendere in considerazione tutte le possibilità che offre il caso.
Non bisogna mai partire prevenuti però: non bisogna mai partire sconfitti perché altrimenti si rischia di non dare il massimo e, viceversa, non bisogna mai partire con la troppa sicurezza di avere in pugno la vittoria perché si rischia così di sottovalutare l'avversario.
Dopotutto nelle gare non vince sempre la più forte, bisogna mettere in conto l'astuzia, la capacità di saper leggere la gara e di saper prendere la decisione giusta al momento giusto. Quindi dobbiamo contare sulle nostre certezze, senza però mai sottovalutare gli imprevisti del caso.

Dividere la tua passione per le due ruote con tuo papà Marcello e con tua sorella, in che modo ha influito sulle tue scelte e sui tuoi risultati?
Diciamo che è stato più semplice per me, essendoci mia sorella Giorgia e mio padre che, avendo più esperienza di me, sono riusciti ad indirizzarmi per il meglio e tutt'ora lo fanno. Quando ho qualche problema in ambito sportivo ciclistico, so che posso rivolgermi a loro e soprattutto a mio padre che è stato il mio allenatore per diversi anni e che, quindi, mi conosce meglio di chiunque altro.

Che scuola frequenti e qual è la tua materia preferita?
Io frequento il Liceo scientifico e la mia materia preferita è matematica, anche se ultimamente mi attrae molto la chimica.

Alla soglia della maggiore età, ciclismo a parte, quali sono i tuoi obiettivi?
Sicuramente andrò all’università anche se non ho ancora ben chiare le idee su che facoltà scegliere.
Continuerò anche a frequentare la scuola di teatro e poi vedremo cosa mi riserverà il futuro... per ora non posso dire altro non sapendo cosa aspettarmi.

Teatro?!
Il teatro è una mia grandissima passione che seguo da 5 anni e che mi ha aiutata tantissimo nella approccio con gli altri e nella mia vita in generale.
Amo il fatto di poter essere libera di essere ciò che sono realmente, senza il timore che qualcuno mi giudichi; mi ha fatto conoscere parti di me che non sapevo di avere; mi permette di andare oltre i miei limiti.
Se dovessi definire il teatro con una parola per me è libertà. Mi permette di sfogarmi.
È un continuo studio della tua personalità e mano a mano ti porta anche ad assumere un maggior controllo di te stesso e del tuo corpo.

Teatro e ciclismo.. In cosa si incontrano e in cosa si scontrano (se lo fanno)?
Il teatro e il ciclismo sono le mie due grandi passioni. Per quanto possano sembrare diverse entrambe sono un ottimo sfogo per me, in più amo quei momenti di adrenalina comuni, sia su un palco scenico durante uno spettacolo, che durante una volata finale. Sono due cose diverse, due modi di sfogarsi diversi, uno fisico e un altro più interno che lavora sulle emozioni, ma messi insieme diciamo che si completano. Non credo che teatro e ciclismo si scontrino; l'unico scontro tra le due cose è il tempo, vorrei riuscire a dedicare più tempo al teatro, anche se, ora come ora, è materialmente impossibile.

Porsi una meta aiuta a migliorare se stessi... Quale/i meta/e sceglieresti per migliorare il ciclismo come sport in generale e come settore femminile in particolare?
Secondo me dovrebbe espandersi più omogeneamente in tutta Italia, visto che, ad oggi, il ciclismo femminile è concentrato principalmente al nord.
Per fare ciò, bisognerebbe avviare dei progetti anche nel centro e nel sud Italia, dove tante ragazze, dopo le categorie giovanili, sono costrette a smettere dato che spesso non hanno la possibilità economica o logistica, per spostarsi tutte le domeniche.

Se dovessi descriverti, quali aggettivi riassumerebbero la tua personalità?
Potrei definirmi solare, riservata e determinata.

La tua nomination e la motivazione…
Vorrei nominare Roberta Caferri, un’altra ragazza laziale, nonché mia amica. La conosco da quando ero una giovanissima, ma ci siamo avvicinate di più quando abbiamo iniziato entrambe a fare le gare femminili. È una ragazza molto simpatica e socievole; delle volte usciamo in allenamento insieme, quando è possibile, ed è sempre un'ottima e piacevole compagnia.

Ilenia Milanese
cicliste.eu

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