Il ciclismo non è matematica! Parola di una futura ragioniera a cui le due ruote hanno insegnato ad essere forte, aiutandola ad affrontare la vita.... Nicole D’Agostin ci ha fatto entrare nel suo mondo, raccontandoci la sua storia, attraversando passato, presente e futuro. E a proposito di futuro... il 2018 è ormai alle porte e Nicole ha un augurio per se stessa e uno anche per voi!
30 dicembre 2017 - Se la vedete “divorare” una salita o divertirsi nel fango del ciclocross dovete ringraziare Loris, il suo papà!



È lui che le ha trasmesso la passione per la bicicletta, avvicinandola alle due ruote sin da piccola ed accompagnandola pedalata dopo pedalata. Ha avuto la capacità e il tempismo di evitarle un fuoristrada, aiutandola a vestire il suo sogno, inseguito per le vie del suo Montello - un modesto rilievo montuoso della provincia di Treviso - e dell’Alto Trevigiano, che l’ha portata a percorrere le strade bellunesi e vicentine.
Nicole D’Agostin ha quasi diciannove anni sulle spalle (che compirà il prossimo primo febbraio) e nella sua vita ha indossato per due volte la maglia azzurra, rappresentando l’Italia prima in terra francese agli Europei di Plumelec e quest’anno ai Mondiali di Bergen... un sogno mondiale con il pensiero rivolto ad una persona speciale....


Ho iniziato a correre in bici all’età di 6 anni.
Quell’anno facevo anche nuoto, fino a quando mio papà Loris mi ha fatto fare una scelta. Così, un po’ spinta dalla sua passione e un po’ perché mi piaceva ho deciso di continuare con la bici!

Un ciclismo (quasi) “di famiglia”
Mio papà, prima che iniziassi, già correva in bici a livello amatoriale ed è stato lui a trasmettermi questa passione fin da subito. Come? Il primo regalo che ho ricevuto da piccola è stata una bici?.
Il ciclismo non è uno sport di famiglia, ma lo sta diventando. Mio papà è un fanatico e mio nonno mi segue negli allenamenti quando mio papà non può.

Le prime esperienze ciclistiche e la decisione di smettere
Da giovanissima e da esordiente primo anno ho corso con la Sprint Vidor, poi sono passata ad una squadra di Belluno, la Girelli Dalla Rosa Mobili.
Nelle categorie minori, esordiente e allieva, non ho ottenuto risultati e per questo motivo avevo deciso di smettere dopo aver fatto l’ultima stagione di ciclocross.
Volevo smettere perché tanto partivo per essere una delle tante, non finivo nemmeno le gare, non mi allenavo... ahaha.

Un cambio di programma
Questa “ultima” stagione di cross, però, mi ha regalo delle belle soddisfazioni e un po’ di morale e per questo, grazie sempre a mio papà e al team Wilier Breganze - con cui ho fatto i due anni da junior - mi sono convinta di provare anche a fare la stagione junior su strada.
Beh, meno male che ho provato! ?

Il primo anno da Junior tra gioie e una grande perdita
Da primo anno junior mi sono tolta molte soddisfazioni e anche la maglia azzurra all’Europeo di Plumelec, ma assieme a tutte queste gioie c’è stato anche il dolore per la perdita di mia mamma.

Il secondo anno da Junior e un grande obiettivo raggiunto
Quest’anno sono partita con più obiettivi e uno di questi era il Mondiale che ho potuto fare con la Nazionale Italiana.
Credo sia stata l’esperienza più bella da quando ho iniziato a correre.

Il ciclismo è...
Ho scelto il ciclismo perché è l’unico mio sfogo, l’unica cosa che veramente mi dà felicità nonostante i sacrifici e le difficoltà!
Mi ha insegnato ad essere forte e nella mia vita ho dovuto esserlo in più occasioni.
Inoltre, mi piace perché è come una grande famiglia, è un mondo dal quale non vorrei mai uscire. Adoro le persone che ne fanno parte e il clima che si respira ad ogni gara.”


Sei stata nominata da Elisa Ronchetti con la seguente motivazione:
“La mia nomination va a Nicole D'Agostin, una ragazza speciale.
Una scalatrice con tutte le carte in regola per arrivare al successo, anche lei ha grinta e carattere da vendere. È molto simpatica e sportiva, umile e sempre col sorriso.”

Cos’hai pensato appena ti abbiamo contattata e cosa ti ha portato ad accettare la nomination?
Il primo pensiero è andato ad Elisa, non me l’aspettavo, è veramente una ragazza d’oro!
E ho accettato subito perché sapevo a grandi linee di cosa si trattava e ho sempre letto le interviste precedenti.

Ti ritrovi nella descrizione di Elisa?
Quello che ha detto Elisa io spero che accada veramente, ma assieme a me spero ci sia anche lei visto che nelle gare in salita era l’avversaria che più temevo.

Quali sono le carte vincenti per una ciclista e, in particolare, per una scalatrice?
Il ciclismo non è matematica, non sempre la più forte vince! Ci vuole determinazione e un attimo di “testa” anche in gara!
Per una scalatrice è sempre bene non sprecare tutte le energie in piana e non esagerare in salita, soprattutto se è lunga!

Quelle, invece, di una donna?
Secondo me una donna non deve mai abbattersi e deve credere sopratutto in se stessa, usando le critiche come un motivo in più per far vedere quanto veramente vale.

Qual è la tua salita preferita e per quale motivo?
Non ho salite preferite, ma se devo scegliere dico la Presa XV del Montello, vicino a casa mia, e il San Giorgio a Breganze dove mi allenavo spesso con la mia ex squadra e dove ho potuto vincere per due anni di seguito! È sempre un emozione farla.

Quale consideri il tuo più grande successo e a quale oggi aspiri di più?
Non ho mai avuto successi grandissimi, ma credo che, nel mio piccolo, partecipare a un Campionato del Mondo con la maglia azzurra sia stato avverare un sogno che avevo fin dalla prima volta che sono salita in bici.
Per quanto riguarda il futuro non dico nulla per scaramanzia, ma punterò sempre più in alto possibile.

Il nuoto ti è mai mancato? Se sì, cosa in particolare?
Con il nuoto io non ho solo voltato pagina, ho proprio chiuso un libro!
Non mi piace proprio...ahah!

Cos’hai trovato nel ciclismo che il nuoto non aveva?
Scoprire luoghi nuovi, non allenarsi o fare gare sempre negli stessi posti e in bici io mi sento bene, mi libero.
La piscina per quanto puoi cambiarla sempre quella resta ?.

A proposito di scoprire luoghi nuovi... C'è un viaggio che sogni? Se sì, quale e perché? Con chi lo vorresti fare?
Il mio sogno è Bora Bora, è da anni che sono fissata con quest’isola scoperta per caso alle Medie guardando la cartina geografica!
Non ho una persona in particolare con cui vorrei andare adesso come adesso, ma spero un domani di poter riuscire a farmi una bella vacanza lì?.

Quali aspetti del ciclismo sono importanti per una bambina che decide di praticarlo?
All’inizio deve piacere, è una cosa che ti prende fin da subito e devi vederlo come un divertimento!
La cosa più bella è che puoi conoscere gente nuova che condivide la tua passione e forse ti capisce anche di più.
Il ciclismo insegna fin da subito ad essere forti e nella vita secondo me serve, sopratutto in certe situazioni.

In cosa il ciclismo femminile Italiano ti sta stretto e in cosa è perfettamente della tua taglia?
Mi sta stretto il fatto che non siamo considerate, sopratutto a livello di denaro in confronto al mondo maschile! Ma io credo che debbano aprire gli occhi e vedere da chi arrivano le medaglie, la fatica è fatta da tutti....
Indipendentemente da questo, le soddisfazioni ce le prendiamo perciò forse è questo che ci spinge ad andare avanti.

La moda la fai o la segui?
Mi piace la moda, non lo nego, ma voglio sempre essere diversa dalla massa, altrimenti sarei sempre una delle tante.

Il tuo primo regalo è stato una bicicletta. Ti ricordi com’era e qual è stata la tua reazione quando l’hai vista?
Era una bicicletta rosa, me lo ricordo come fosse ieri! Appena ho aperto il regalo ci sono salita e lì è stato amore a prima vista.
Ero felicissima, spensierata, tutte sensazioni che ho tutt’ora. Ma mai avrei immaginato che potesse diventare un “lavoro”.

Qual è il ricordo d’infanzia più bello che lega te, i tuoi genitori e il ciclismo?
Il ricordo più bello risale a 12 anni fa, era una delle prime volte che usavo la bici da corsa... siamo usciti tutti e tre (io, mamma e papà) in bici, ci siamo divertiti molto e forse è stata anche l’unica volta che è successo.
Mia mamma non era una vera e propria appassionata, ma con me e mio papà si è dovuta “convertire”?.
Lei amava correre a piedi, io e mio papà lo detestiamo.

Papà Loris non è un semplice appassionato, ma addirittura fanatico. Ci racconti un aneddoto sulla passione che condividete?
Mio papà è veramente un fanatico, passa più tempo con la bici che con me! Ahaha!
Me la prepara, me la controlla e cerca di darmi sempre il mezzo migliore per poter gareggiare.
Quand’ero più piccola usciva con me in bici e non lo ringrazierò mai abbastanza per avermi fatto conoscere questo mondo.
Durante il ciclocross è veramente essenziale sopratutto ai box dove si cambia bici.
Ora su strada, quando può, mi segue in macchina (se non c’è lui c’è mio nonno).

Ciclisticamente parlando, in quali aspetti vi assomigliate e in cosa siete diversi?
Diciamo che per caratteristiche siamo veramente diversi!
Lui era fortissimo nelle cronometro ed era un vero passista, io, invece, vado molto bene in salita.
La cosa che abbiamo in comune è il non arrendersi mai, credere in se stessi e raggiungere a tutti i costi gli obiettivi prefissati.

Caratterialmente e fisicamente, invece?
Caratterialmente siamo veramente uguali!
Abbiamo un carattere molto forte, senza peli sulla lingua e siamo molto, molto testardi.
Fisicamente è come paragonare una chiesa e un campanile! Ahaha....
Lui è alto e robusto (ai tempi d’oro era magrissimo pure lui... ahah), io invece ho preso da mia mamma, sono bassa ed esile!

Il nonno Luigino l’hai contagiato tu? Ci racconti un tuo allenamento tipo insieme a lui?
Il nonno già seguiva mio papà quando correva, perciò un po’ di esperienza già l’aveva fatta.
Con me esce seguendomi con l’auto, è molto bravo e pazienze.
Io mi alleno da sola e il ritmo non è alto come quando si fa un allenamento di gruppo. Cerco di alzarlo stando dietro alla macchina.
Sono davvero fortunata ad avere un nonno così!
Non mi segue solo negli allenamenti, ma viene anche alle gare.

Quanto, come e dove ti alleni?
Mi alleno il giusto, secondo le tabelle che mi dà il mio allenatore e sono sempre da sola a parte il giovedì che mi trovavo con il Team Wilier Breganze.
Di solito mi alleno molto sul Montello che è il mio habitat, oppure nelle zone di Vittorio Veneto.

La tua recente esperienza Mondiale a Bergen è stata la più bella da quando hai iniziato a correre. Ci racconti com’è andata e quello che è successo da quando hai saputo di essere stata convocata a quando sei tornata a casa?
Prima dei Mondiali di Bergen ho fatto due ritiri con la Nazionale, prima a Livigno e poi a Sestiere!
L’ultimo è stato quello decisivo. Erano molto indecisi su chi portare e fino all’ultimo giorno delle due settimane mi sono impegnata per far vedere e capire quanto valevo.
Quando l’ho saputo ero da una parte sollevata e da una parte contentissima di poter difendere ancora una volta la mia Nazione.
Ero consapevole che tutti i sacrifici erano stati ripagati.
Il mio pensiero, non lo nego, è andato a mia mamma, mi sarebbe piaciuto condividere una gioia così grande anche con lei!
A Bergen però lascio un po’ di rammarico visto che non sono stata molto bene, ma a livello di Nazionale, chi si può lamentare? È stato tutto perfetto.

Cosa ti ha insegnato e cosa non dimenticherai mai?
Mi ha insegnato il valore di squadra per raggiungere un obiettivo comune e penso sia veramente fondamentale.

Da Esordiente e Allieva, quando i risultati non arrivavano, la tua decisione di smettere. Se fosse andata così quale altra strada avresti scelto?
Se avessi smesso probabilmente mi sarei data alla festa! Ahah.... Ma senza scendere dalla bici, che è pur sempre un mio sfogo.
Però ora pensandoci non lo saprei, non vedo nient’altro al di fuori della mia bici.
Avrei fatto la scelta più sbagliata della mia vita.
Qui ancora una volta devo ringraziare mio papà che non ha mai smesso di credere in me e mi ha sempre dato un motivo valido per provarci seriamente.

Leggendo le tue righe, mi è venuto in mente un famoso film con Gwyneth Paltrow, “Sliding Doors” (ops, era del 1998 e tu non eri ancora nata??). Beh, narra della vita di una ragazza, Helen, che dopo essere stata licenziata si dirige in fretta verso la metropolitana. A quel punto la storia si divide in due, raccontando la sua vita in due dimensioni parallele. Nella prima Helen riesce a prendere la metropolitana, nella seconda la perde. Alla fine del film, però, le due storie in qualche modo si uniscono e la seconda confluisce nella prima.
Tutto questo per arrivare al destino, che nonostante la sua abilità a fare confusione mescolando le carte, sembra che abbia già scritto tutto.
Come prendi gli scherzi della vita?
Diciamo che cerco di vedere sempre il bicchiere mezzo pieno, magari quegli “scherzi” sono solo una sfida o un qualcosa che ti mette alla prova con il tuo futuro e la tua vita.
Io sono convinta che se è destino che tu faccia qualcosa prima o poi ci arrivi.

Il tuo film preferito?
Non sono un’amante di film. La tv non la guardo mai perché mi fa dormire ?, a casa mia è accesa solo per sottofondo ?.

Meglio vincere, partecipare o semplicemente divertirsi?
Direi che la coppia perfetta è vincere e divertirsi.
A cosa serve partecipare e basta? Se devo fare una cosa la faccio fatta bene ?.

E per divertirsi cosa serve? Tu cosa fai quando hai voglia di staccare la spina e divertirti?
Per staccare un po’ esco con gli amici, vado in discoteca come gran parte delle ragazze della mia età e appena posso la mia meta sono i negozi... lì proprio sono in un altro mondo...!

Cosa studi e com’è la tua vita scolastica?
Studio ragioneria e devo dire che fino all’anno scorso era molto difficile aver tempo per lo studio e per lo sport!
Quest’anno, facendo una scuola privata dove posso gestirmi gli orari, tutto è molto più semplice e meno stressante.

Dopo la maturità, cosa ci sarà nella tua vita?
Intanto spero di passare la maturità, poi si vedrà.
Un anno sabbatico sicuramente me lo prenderò.

Nel 2018 passerai nella categoria élite e cambierai squadra... come vedi questi cambiamenti?
È un salto molto duro, è come ripartire da zero!
Spero di trovarmi bene con la squadra, ma sono sicura che non avrò problemi, sono tutte ragazze molto simpatiche!
Mi auguro di poter aiutare le più grandi ed esperte nel miglior modo possibile.

Riempirai il 2018 di...?
Spero di felicità e fortuna, poi se arrivano pure soddisfazioni personali sono ben accette! Ahahah....

La tua nomination e la motivazione…
Nomino Gaia Masetti, una ragazza molto forte che il prossimo anno correrà con la mia ex squadra. Penso che lei debba dimostrare ancora molto quanto vale e sono sicura che con il carattere e la forza che ha raggiungerà dei risultati molto importanti.

“Faccio tantissimi auguri di un felice anno nuovo a tutti coloro che mi seguono e sostengono e ai lettori di cicliste.eu!
Auguro a tutti voi un 2018 ricco di emozioni e felicità ❤️. - Nicole D’Agostin”

Ilenia Milanese
cicliste.eu

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