20 settembre 2017 - Un inconfondibile body azzurro in mezzo alla ciurma di 174 ragazzi Juniores, presenti domenica 3 settembre a Ca’ di David in provincia di Verona per il 38° Trofeo Banca di Verona Credito Cooperativo Cadidavid Memorial Roberto Girelli e Angelo Murari.
É lei, Sofia Beggin - Classe 1997 - giovane atleta padovana del Pro Team Astana Women’s a rispondere a qualche mia curiosità, per conoscerla un po'….

 

Oltre all’allenamento e alla preparazione, come consideri queste gare?
Mi sono fatta iscrivere cinque giorni prima dalla mia squadra alla gara degli juniores a Ca’ di David per il semplice motivo che, purtroppo, in quel periodo per noi donne élite le uniche gare erano all'estero e non avevamo la possibilità di parteciparvi.
Così, per evitare di farmi quattro ore o quattro ore e mezza in solitaria, per allenarmi ho preferito correre con i maschi. Allenamento in vista dei tre giorni del Giro della Toscana che avrei disputato il weekend successivo (8-10 settembre).
Le competizioni con gli uomini junior aiutano molto noi donne perché riescono a farci tenere un bel ritmo e a simulare le nostre gare.

Cosa significa per una donna mettersi alla prova e sfidare dei ragazzi?
Correre con i maschi è più un miglioramento per noi stesse. Ci consente soprattutto “di farci le ossa”, cercando di essere in corsa e di non subirla.

Tutti quei ragazzi, come si sono comportati nei tuoi riguardi?
Devo dire che i ragazzi nei mie confronti sono stati gentilissimi, educati e rispettosi. Mi hanno tirato il collo!! (ahahah…)

Cos’hai studiato e quali sono le tue passioni, oltre alle due ruote?
Alle scuole superiori ho studiato Agraria a Padova.
Oltre alla bici, il mio hobby - se si vuole ritenere tale - è fare shopping!
Mi piace molto la natura. Amo passeggiare lungo i sentieri, nella tranquillità.

Per una ragazza di vent’anni cosa vuol dire aver scelto di fare la ciclista a questi livelli?
Da piccola ho iniziato a correre in bici così per caso e con il tempo questa passione è diventata parte di me, dei miei sogni e di quello che, spero, un giorno sia il mio vero lavoro. Ci spero perché, viverci - da donna - è davvero dura, purtroppo.
Il ciclismo femminile deve ancora crescere tanto per mettersi alla pari con quello maschile. A parer mio, è un arrivo troppo lontano per il nostro mondo.

Cosa sei solita fare alla vigilia di una gara importante?
Di solito prima di una gara importante cerco di essere più spensierata possibile. Cerco di non pensare alla competizione e di rilassarmi al meglio, per immagazzinare tutta l’energia possibile per correre.

Sei superstiziosa? Ci racconti un rito?
Sono abbastanza superstiziosa!
Metto sempre la stessa canottiera sotto la maglia da gara, gli stessi calzini (bianchi della Northwave), gli stessi orecchini e collane, lo stesso elastico per raccogliere i capelli nel solito chignon. In più, cerco di mangiare circa le stesse cose.

Sei 10° nella classifica giovani dell’UCI Women's World Tour 2017, conclusosi domenica 10 settembre con la 20° tappa “Madrid Challenge by la Vuelta”. Unica italiana della top10 giovani. Sei soddisfatta del risultato?
Effettivamente son rimasta stupita di essere nelle prime dieci del World Tour giovani, considerando anche che ho disputato poche gare. Soddisfatta è una parola grande. Certo è che lo prendo come punto di appoggio per migliorare il prossimo anno.

Cosa ti porti a casa da questa esperienza?
Le gare del World Tour servono soprattutto per imparare a resistere e a insistere. Per non smettere mai di provarci, per non mollare. Un’esperienza internazionale come questa, mi è servita per capire quanto lavoro serva per essere competitivi dando il massimo.
Di strada ne ho veramente ancora tanta da fare… sono giovane e so di avere ancora tempo per migliorare, maturando e conoscendomi meglio.

Qual è stata la tua miglior performance del tour? E quale gara di questa stagione ti è piaciuta di più?
La gara che ritengo di aver fato meglio quest'anno - e che mi sta molto a cuore - è la Strade Bianche, prima prova del Women’s World Tour, a inizio stagione.
Mi sentivo davvero bene e il percorso tra strada e sterrato mi piace da impazzire!

Allora posso ricordare che sei stata la migliore del tuo Team, arrivando 12° a 1’16″ dalla vincitrice: Elisa Longo Borghini.

In queste gare lotti gomito a gomito con le cicliste migliori del mondo e più esperte…. Cosa vuol dire per te gareggiare con loro?
Competere con atlete di grande spessore è sempre un onore.
Le osservo, guardo la loro professionalità mentre corrono, studio la mentalità che utilizzano e come si muovono per arrivare al miglior risultato.
Cerco di imparare in ogni momento e spero anch’io, un giorno, di riuscire a raccogliere i miei frutti.

Il ciclismo femminile in Italia sta vivendo un periodo di grande gloria con degli ottimi risultati. Cosa pensi sia necessario ancora per dargli maggior visibilità?
L’Italia, ogni anno, dà veramente dei grandissimi risultati, migliorando e dando la netta visione di una Nazione che vuole crescere.
Nel ciclismo femminile c'è tanto da lavorare.
A livello della categoria élite, sì, ma anche curando il passaggio tra junior ed élite, considerata la mancanza della categoria under 23 come nel maschile.
Bisognerebbe trovare il modo di rendere competitive le squadre italiane, che, nonostante siano molte, faticano ad essere a livelli elevati come quelle estere.
Credo che sia necessario, soprattutto, cercare di conservare le atlete junior e fare in modo che continuino, per portarle - in futuro - ad essere competitive e pronte fisicamente!

“Le ruote di una bici sono come le lancette di un orologio: girano lentamente ma possono andare molto lontano rotolando verso il futuro senza fretta” E. Caracciolo

Ilenia Milanese
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Ph: Milanese Ilenia

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