Le cicliste italiane emigrate in team stranieri stanno vivendo un bel momento di crescita e maturazione sportiva.
Il Giro d'Italia Donne, da poco terminato, è stato dominato dalle ragazze del Team SD Worx: Anna van der Breggen indiscussa Maglia Rosa, Ashleigh Moolman e Demi Vollering rispettivamente sul podio. Prima delle Italiane è stata Marta Cavalli giunta al 6° posto della classifica generale anche se in realtà, almeno moralmente, sarebbe giusto considerarla al 4° posto.

Che l'italiana della FDJ Nouvelle Aquitaine Futuroscope era in graduale crescita si era vista anche nelle gare internazionali precedenti al Giro. Una maturazione iniziata la scorsa stagione con il passaggio nel team francese.
Va anche detto che Marta Cavalli non era una qualunque, si era già posta come antagonista delle più quotate avversarie conquistando nel 2018 il titolo di Campionessa d'Italia elite con la maglia della Valcar con al quale ha pedalato fino al passaggio in terra di Francia.

Incuriosito dalle sue recenti performance ho contattato Marta al termine della nona tappa del Giro d'Italia. Le ho posto una domanda diretta:
È tutta la stagione che sei a lottare con le piu forti: è un caso che stai migliorando in un team straniero?

Marta Cavalli: "No, non è un caso! Ho raggiunto una tranquillità che mi permette di lavorare con uno staff preparato e che mi assiste in tutto. La cura per i materiali, l’attenzione ai dettagli e la giusta pianificazione fanno si che le differenze si vedano".

Il confronto è proseguito, ho scoperto una ragazza umile e modesta che ha scelto di emigrare all'estero determinata a praticare il suo lavoro con la massima serietà e professionalità. I miglioramenti si sono iniziati a vedere e penso che la vera Marta Cavalli la potremmo vedere (scaranticamente) nella prossima stagione. Nel 2021 ci sono ancora tante gare importanti in cui la cremonese può farsi valere, ad iniziare dai Giochi Olimpici per poi proseguire con le altre competizioni World Tour

La storia di Marta non è l'unica che ho preso in considerazione. Ci sono altre ragazze italiane che stanno maturando in squadre straniere.

Situazioni che mi hanno portato a fare una profonda riflessione che cercherò di approfondire con un prossimo articolo:

  • bisogna andare all'estero per fare le cicliste di professione?
  • le cicliste che vanno all'estero sono quelle che vogliono davvero fare un'attività professionale?

Passiamo adesso a rivivere il Giro d'Italia di Marta Cavalli

Nel cronosquadre della 1° tappa del Giro ha perso +2:12 dalle compagne per colpa di un problema disorganizzativo del team, sorpreso da un problema accorso a Maëlle Grossetete. Marta fora e perde troppo tempo nel cambio bici per rientrare sulle compagne. Alla fine accumula un ritardo di + 3:58 dalla maglia rosa;

La 2° tappa la vede protagonista con un bel 4° posto a 1'53'' dalla fuoriclasse Van der Breggen ma a ridosso della 2° arrivata Ashleigh Moolman;

Terza tappa in gruppo;

Nella 4° tappa si classifica al 5° posto combattendo con le migliori inseguitrici;

La 5° e 6° tappa giunge con il gruppo compatto;

Il finale della 7° tappa la vede protagonista con le migliori: settimana al traguardo posto in leggera salita vinto in volata da Marianne Vos;

Ottava tappa con il gruppo compatto;

Quarto posto e ultima a cedere alle SD Work nel finale del Monte Matajur;

La decima e ultima tappa arriva con il gruppo delle migliori.

Nella generale Marta Cavalli si conquista un bel 6° posto a +8'29'' dalla Maglia Rosa Anna Van der Breggen. Se (giustamente) togliamo i 2'12'' persi dalle compagne nella cronosquadre, la Cavalli salterebbe al 4° posto della classifica a ridosso delle tre SD Worx.

Le statistiche di Marta Cavalli: clicca qui

Foto credits: Ph Rosa https://www.facebook.com/phrosaOfficial

Walter Pettinati