La ciclista lombarda, con un post commovente, ha annunciato di lasciare, anche se a malincuore, il ciclismo agonistico. Per farlo ha pubblicato la foto sorridente di quando iniziò a gareggiare, come se rimpiangesse quei tempi felici.
Il contenuto della sua esternazione mette riservatamente in risalto i motivi di questa sua decisione "Amo ancora la bicicletta ma negli ultimi anni ho smesso di amare l'ambiente del ciclismo femminile".

Tredici anni di pedalate racchiusi in questa frase che, a mio avviso, la dici veramente tutta. L'amore per la bicicletta infranto dalla delusione di un ambiente che l'ha allontanata a soli 21 anni.

Lisa non è una ciclista qualsiasi, nella sua carriera (ha iniziato nel 2007) ha collezionato titoli importanti, per merito dei tanti sacrifici sostenuti, delusioni vinte e soddisfazioni conquistate, tra i quali brillano:
1) Campionato Italiano Cronosquadre;
2) Campionato Europeo Cronometro;
3) Medaglia d'Argento ai Giochi del Mediterraneo Prova Crono Ind.Terragona 2018:
4) Medaglia di Bronzo ai Campionati Mondiali Strada Crono, Doha Qatar 2016;
5) Campionessa Europea Cronometro Plumelec 2016;
6) Oro Crono Olimpiadi Europee Giovanili 2013;
7) Campionessa italiana crono 2015;
8) 2° classificata ai Campionati Italiani Crono Individuali 2016;
2° classificata ai Campionati Italiani Giovanili 2014;
3° classificata ai Campionati Italiani Crono Individuali 2014;
2° classificata al Campionato Italiano Strada Donne Allieve 2013.
 
Un amore terminato strada facendo, dissolto nell'indifferenza di un ambiente che evidentemente non è rose e fiori come si vorrebbe far apparire.

Appena letto il suo post, l'ho contattata.
Lisa è stata gentilissima a rispondermi ma non ha voluto rivelare i particolari che l'hanno portata a prendere la sua difficile decisione. Non ho insistito.
Però sono sempre a sua disposizione per ascoltarla e, se possibile, aiutarla.

Non ci posso credere che una ciclista con i suoi mezzi smetta di praticare il suo sogno senza poter fare niente. Il primo passo è quello che darne notizia, come hanno fatto altri siti web, con la speranza che la Vice presidente ACCPI Alessandra Cappellotto possa prendere atto di quel che succede nel "suo" movimento e inizi a fare qualcosa per queste ragazze.

Nel contempo, aggiungo questa vicenda al notes dei problemi che ristagnano nel ciclismo femminile: doping, anoressia, mancanza di tutele, omertà di gruppo, paura, pressioni psicologiche e sesso e tanti altri problemi ancora che destabilizzano tante ragazze. Uno alla volta approfondirò questi problemi, nonostante l’omertà di chi sa e non parla. Bisogna fare qualcosa, nascondere la verità non fa si che non esista.
Facciamo tornare il sorriso a queste ragazze, ascoltiamole, guardiamo meno gli interessi personali e interveniamo prima che sia troppo tardi.

La fresca e dolce dichiarazione di Camilla Alessio, alla fine della sua prova mondiale a cronometro, pubblicata sulla nostra pagina facebook, porta alla luca un ulteriore problema che dovrebbe essere valutato attentamente. Alessia, oltre che essere una ragazza forte in bici è anche coraggiosa. Molto coraggiosa.

Spero che Lisa ripensi alla sua decisione, magari per merito di qualche intervento concreto che la possa invogliare a continuare a pedalare con soddisfazione, divertimento e serenità.

Walter Pettinati