All'indomani della sua vittoria sul Ghisallo, ho contattato Francesca Barale per conoscerla meglio e acquisire i suoi punti di vista sul ciclismo giovanile. Abbiamo scambiato due chiacchiere virtuali ed è uscita fuori la sua storia di ciclista e non solo. Ho conosciuto una ragazza educata e perspicace che si esprime con le giuste e significative parole. Vi Lascio alla lettura delle risposte che la giovane scalatrice mi ha confidato, auspicandomi le vostre riflessioni.

 

"Sono Francesca ho 16 anni e vivo a Domodossola.
In bici ho iniziato a 6 anni, nella prima categoria dei giovanissimi. Mio papà, ex professionista come mio nonno, era presidente della mia squadra, Pedale Ossolano, dove sono tesserata tutt'ora. E' grazie a loro che ho scoperto il ciclismo e praticandolo mi sono appassionata sempre di più."

Ricordi cosa ti colpì del ciclismo tanto da farti salire in sella?
All'inizio diciamo che è stato merito di mio papà perchè io non ero tanto convinta. Andando avanti con il tempo ho capito che mi divertiva molto è così ho continuato. Infatti dico sempre che senza di lui non avrei iniziato.

Come hai vissuto quei periodi da giovanissima?
Negli anni da giovanissima l’unico scopo che avevo era quello di divertirmi con i miei compagni di squadra e adoravo andare alle gare per vedere posti nuovi. Il risultato ovviamente non era fondamentale.

Pro e contro ad iniziare da giovanissima?
Pro: hai molta più esperienza nelle categorie più grandi e la quantità dei km aumenta pian piano da un anno con l’altro. Contro? non saprei.

Quali sono stati gli insegnamenti di nonno e papà? 
Entrambi mi hanno sempre aiutato su come comportarmi in gara. Soprattutto mio papà mi ha insegnato a rimanere calma e lucida in qualsiasi momento e a non prendermela troppo se qualcosa va male.

La categoria esordienti inizia ad essere tosta, quali cambiamenti hai notato?
Direi l’aumento dei chilometri prima e poi il fatto di fare gare solo femminili alle quali non era abituata perché prima correvo solo con i maschi.

Che tipo di allenamenti facevi?
Da esordiente sicuramente facevo allenamenti più impegnativi rispetto ai giovanissimi e questo è stato un grande cambiamento perché ho iniziato ad allenarmi anche da sola.

Ci racconti le gioie e i dolori, vittorie e sconfitte della categoria esordienti?
Gioia e vittoria più grande è stata in occasione del campionato italiano completamente inaspettato. Anche il secondo posto alla Coppa di Sera è stato emozionante. Grandi sconfitte non credo di averne avute.

E il passaggio nelle allieve cosa ti ha riservato?
Il passaggio alle allieve è stato ancora più difficile perché i chilometri sono di gran lunga aumentati e anche la preparazione invernale è più articolata.

Com'è stato il tuo primo anno da allieva?
Il primo anno l’ho vissuto tranquillo perché ogni risultato che arrivava (soprattutto piazzamenti) erano ben accetti. Inoltre ho dovuto saltare il primo mese di gare a causa di un problema fisico quindi una volta che ho ricominciato avevo tanta voglia di fare bene.

In questa stagione hai ottenuti ottimi risultati, qual è stata la vittoria più bella e la sconfitta più amara?
Anche se non si può definire vittoria il risultato più gratificante è stato il secondo posto agli Eyof di Baku. Ci credevo tanto in questa gara ed è stato veramente emozionante vincere una medaglia.
Il campionato italiano è stata invece la gara che più mi ha deluso perché a causa della caduta non ho potuto lottare per il primo posto. Tenevo tanto a quella maglia e non vincerla mi ha reso molto triste.

Con quali aspettative hai affrontato questa stagione?
Sapevo di poter fare bene visto come era andato l’anno precedente e sicuramente avevo alte aspettative che credo di non aver deluso.

Ci fai un riepilogo di questa stagione?
È stato una stagione molto ricca: vittoria del campionato italiano cronometro, secondo posto agli Eyof, vittoria di Coppa Rosa e Ghisallo, diverse vittorie e tanti piazzamenti. Anche la vittoria del campionato italiano madison in pista con Sarà Fiorin è stata bella.

Salendo di categoria, come sono cambiati i tuoi allenamenti?
Rispetto agli anni passati ho iniziato a fare lavori più specifici per gli obbiettivi che mi ero posta ed è stato quindi più impegnativo.

Cosa ti dicono nonno e papà prima di una gara?
Purtroppo mio nonno è mancato quando ero esordiente secondo anno ma è riuscito comunque a vedere la mia prima vittoria al campionato italiano. Mio papà, non sempre mi segue alle gare ma in ogni caso mi dice sempre di dare tutto quello che ho è non avere rimpianti.

Come prepari un grande appuntamento?
Allenamento costante apposta per il tipo di gara è tanta concentrazione.

Si dice che le atlete esordienti-allieve sono messe troppo sotto pressione, qual è il tuo pensiero?
Credo che in parte sia vero perché si pensa che i risultati debbano arrivare subito quando invece si dovrebbe pensare più al futuro che al presente. Io nel mio piccolo non percepisco questa pressione perché sono consapevole che le categorie giovanili non contano poi così tanto.

A tal proposito, disputate troppe gare oppure va bene cosi?
Il numero di gare è normale e anzi sono contenta che nascano sempre più manifestazioni sportive femminili in Italia.

Percorsi, chilometri e orari: vanno bene così, un tuo suggerimento agli organizzatori?
Reputo che alcuni percorsi potrebbero essere più movimenti perché ci sono poche gare dure nel calendario femminile. Secondo me bisognerebbe dare più visibilità alle nostre competizioni anche se già succede grazie ai fotografi.

Cosa ti aspetti dal passaggio nella categoria juniores?
So che il passaggio di categoria quest’anno sarà un grande salto. Spero di non soffrirne troppo e riuscire a togliermi qualche soddisfazione. Ma sicuramente l’obbiettivo principale è quello di fare esperienza.

Pedale Ossolano forever?
Si, questa squadra occuperà sempre un posto nel mio cuore perché la considero come una seconda famiglia.

Quali sono i punti forti del tuo team?
Siamo una squadra legata è organizzata.

Quali sono le caratteristiche che hai scoperto di possedere?
Mi sono sempre considerata una scalatrice ma ultimamente ho scoperto di avere delle buone doti da passista.

Miglioramenti da fare?
Sicuramente in volata.

Cosa ti piace di più del ciclismo e cosa ti piace di meno?
Mi piace la fatica che si prova soprattutto quando viene ripagata. Non mi piacciono alcuni episodi che accadono alle gare che spesso mettono in cattiva luce l’ambiente del ciclismo.

Che tipo di episodi?
Tipo le liti tra genitori o alcune ragazze che non si possono vedere.

Oltre alle gare su strada, pratichi altre discipline?
Quest’anno ho gareggiato anche in pista con ottimi risultati.

Il tuo sogno sportivo?
Vincere un Mondiale è il sogno nel cassetto di ogni ciclista.

Come vedi il ciclismo elite, segui le gare?
Mi piace molto seguire il ciclismo femminile ad alto livello e trovo sia bello come quello maschile e perciò dovrebbe avere più visibilità televisiva.

Il tuo rapporto con lo studio? cosa frequenti?
Frequento il Liceo Scientifico a Domodossola. Vado bene a scuola e sono contenta dei miei risultati scolastici.

E con i tuoi amici?
Anche se il tempo è poco cerco sempre di spendere più tempo possibile con loro.

Come si sviluppa ta tua settimana tipo, tra scuola, ciclismo e divertimento?
La mattina vado a scuola, appena esco vado a casa mangio e vado a fare allenamento. Dopo mi dedico allo studio. D’estate invece sono molto più libera ed esco più spesso.

Cosa ne pensano i tuoi amici della tua passione per il ciclismo?
Mi chiedono spesso come io faccia a conciliare tutto. Io dico sempre che, anche se è impegnativo, non mi pesa farlo perché mi piace. E se qualche volta non ci sono per lo sport lo capiscono.

Hai altri hobby e passioni?
Mi piace leggere o guardare le serie Tv; poi mi piace molto fare shopping.

Sei innamorata? cosa ne pensi dell'amore e dell'amicizia?
Per adesso no. Credo che possano sempre combaciare con lo sport se lo si desidera.

Come vedi il tuo futuro?
Spero un giorno di riuscire a trasformare la mia passione in lavoro.

Auguro a Francesca di poter realizzare tutti i suoi sogni: dal ciclismo allo studio e di percorrere la sua crescita con serenità e allegria.

Walter Pettinati