L’inaspettata esperienza da Direttore Sportivo con le donne della S.C. Michela Fanini. 
“Il modo migliore per cercare di capire il mondo è vederlo dal maggior numero possibile di angolazioni” - Ari Kiev.  Il nostro viaggio nel mondo del ciclismo femminile oggi fa tappa in Toscana e a toglierci qualche curiosità è: Mirko Puglioli, classe 1973, ex ciclista professionista e Direttore Sportivo dello storico team lucchese S.C. Michela Fanini.


Come ti sei avvicinato al mondo del ciclismo femminile?
Sono stato contattato direttamente dalla famiglia Fanini.

Cosa spinge un ex ciclista professionista, a vivere la sua prima esperienza da Direttore Sportivo con un team di donne?
La mia è stata più l'opportunità di poter trasmettere qualcosa, un passaggio, un aiuto.
Ripeto, sono stato scelto… È stata una cosa inaspettata, non ci pensavo.

Quali sono i lati positivi di allenarle?
Poter trasmettere una passione, poter vivere nell’ambiente in cui sono nato…. Ambiente che mi ha dato e tolto tanto, ma che amo in maniera viscerale.

Quali, invece, i limiti e le principali difficoltà da affrontare?
Alcuni regolamenti sono limitativi (vedi le gare Open) e, in Italia, oltre ad esserci poche gare, c’è veramente poca visibilità.

Cosa vuol dire, per un uomo, confrontarsi, dirigere, allenare, mettere alla prova, supportare e aiutare, un’atleta donna?
Questa è stata la mia prima esperienza e sinceramente, da parte mia, non ho avuto molti scontri o difficoltà particolari nel rapportarmi con loro.
Le donne sono molto più attente e decise degli uomini, per cui basta poco per farti ascoltare.
È stato molto bello e c'è sempre stato un rapporto diretto, basato sul rispetto e la fiducia.
Poi, giustamente, dovremmo sentire loro….

L’essere stato dall’altra parte della barricata, in cosa ti ha aiutato di più e in cosa, invece, ti ha ostacolato per il tuo ruolo di allenatore?
Mi sono sempre posto come domanda a cosa fossero serviti 30 anni di ciclismo. Mi sono risposto quando Brunello e Piero Fanini mi hanno chiamato: “insegnare, far capire, formare”. La mia missione è cercare di aiutare qualcun altro a non commettere certi errori.
L'essere stato un corridore “normale” credo che aiuti molto di più che l'essere stato un “top”. Noi “normali” abbiamo fatto più fatica, abbiamo avuto più sconfitte che glorie, ma le poche piccole glorie hanno avuto sapori unici.

La legge non permette ad una donna di intraprendere una carriera da professionista sportiva, influendo, oltre che sulla vita dell’atleta, anche sulle società ciclistiche e sull’intero settore ciclistico in generale.

Qual è il tuo pensiero in proposito?
Ad oggi, dove tutto dovrebbe essere equiparato, non lo trovo giusto.
Non ha senso avere un calendario World Tour come gli uomini e non essere considerate professioniste, ma donne élite.
Credo che tra gli uomini e le donne seduti dietro certe scrivanie, dovrebbe esserci chi, veramente, pensi al movimento e non alla convenienza di certi incastri politici.

Cosa pensi sia necessario per dare più visibilità e più valore a questo mondo?
Per essere visibili è necessario che ci vedano…. Servono, quindi, le TV, i giornali, le radio e semplici spot televisivi, ma anche una maggiore presa in carico da parte delle amministrazioni comunali, delle scuole, delle sagre e degli eventi paesani.

Una squadra, secondo te, deve…
essere unita, spensierata, cattiva, rispettosa, educata.

La S.C. Michela Fanini è per te…
un’opportunità, un’occasione, una famiglia, un sogno avverato.

Terminata questa stagione su strada, le tue considerazioni sul lavoro svolto?
Sinceramente quando ho accettato speravo di riuscire a fare di più come risultati.
È stata una stagione un po’ complicata, anche perché abbiamo perso subito la nostra leder e chi doveva sostituirla non è stata all'altezza.
Però posso dire che, guardando indietro e vedendo da dove siamo partiti, qualcosa con alcune ragazze siamo riusciti a fare, sia in termini di risultati che di formazione.
Ho avuto da qualcuna delle belle soddisfazioni, ma ho anche perso qualche scommessa e ci sta!

Quali sono i progetti per il futuro?
Il progetto è quello di continuare sulla strada intrapresa, di cercare un’ulteriore crescita delle ragazze, consacrandone qualcuna e integrando le nuove.
Per quanto riguarda me e il mio ruolo, l’impegno di commettere meno errori e di crescere ancora di più.

In cima alla salita, il panorama sarà certamente fantastico….
Buon lavoro a Mirko e a tutte le ragazze della S.C. Michela Fanini!

Ilenia Milanese
cicliste.eu

@RIPRODUZIONE RISERVATA