Masomah Ali Zada ​​convocata nella squadra olimpica dei rifugiati del CIO diretta a Tokyo. Il 28 luglio la ciclista afghana gareggerà nella cronometro individuale.
Il Comitato Olimpico Internazionale ha annunciato martedì i 29 atleti selezionati per la Squadra Olimpica dei Rifugiati del CIO diretti ai Giochi Olimpici di Tokyo. Masomah Ali Zada, dall'Afghanistan, gareggerà nella cronometro individuale femminile che si terrà il 28 luglio.


È una dei due ciclisti nominati per la squadra, insieme al siriano Ahmad Badreddin Wais, che gareggerà nella cronometro individuale maschile che si terrà lo stesso giorno.
"Per il mio paese, penso di essere l'unica ragazza che prenderà parte ai Giochi olimpici di ciclismo", ha detto Masomah Ali Zada, 24 anni, in una video intervista pubblicata martedì.

"Non ce ne sono mai state prima, ma voglio mostrare a tutti gli uomini che pensavano che il ciclismo non sia una cosa da donne, che ce l'ho fatta! Sono arrivata fino alle Olimpiadi. E se posso farlo, qualsiasi donna chi vuole essere coinvolta nel ciclismo, può farlo, da qualsiasi paese, anche dalll'Afghanistan.

"È semplicemente una passione, è una nostra scelta di indossare qualsiasi tipo di abbigliamento, qualunque cosa ci senta a nostro agio. E soprattutto per l'Afghanistan, è per tutti i paesi come l'Afghanistan dove pensano che le donne non abbiano il diritto di essere coinvolte nel ciclismo , vorrei dimostrare che non è vero e che abbiamo il diritto di andare in bicicletta".

Masomah Ali Zada ​​e sua sorella Zahra sono state protagoniste di un documentario sul canale televisivo francese Arte intitolato Les Petites Reines de Kaboul (Le piccole regine di Kabul) andato in onda nel 2016.

Masomah e Zahra rappresentano la squadra nazionale di ciclismo femminile dell'Afghanistan e sono le protagoniste di un film sulle sfide del ciclismo femminile in Afghanistan.
Masomah ha detto che è stata minacciata, insultata e le sono state lanciate pietre mentre era in bicicletta nel suo paese.

"In Afghanistan, gli uomini pensano che il ciclismo non sia adatto ad una donna, i talebani ci hanno bandito dallo sport", ha detto Masomah in un'intervista rilasciata a France24 nel 2017. "Non ho mai rinunciato alla bicicletta, voglio incoraggiare le ragazze a farlo, in modo che il ciclismo femminile diventi un luogo comune in Afghanistan".

Masomah e Zahra, insieme ai loro genitori e tre fratelli, si sono dovuti trasferire con un visto umanitario come rifugiati in Francia. Hanno presentato una domanda di asilo che è stata accettata nel 2017 grazie all'assistenza dell'avvocato francese in pensione Patrick Communal.

"In bici, hai la sensazione di libertà, nessuno ti dice quello che non puoi o puoi fare solo perché sei una donna", ha detto Masomah in una recente intervista a Marca.

Le sorelle sono ora iscritte all'Università di Lille e Masomah è stata invitata al programma di borse di studio per atleti rifugiati del CIO.

L'obiettivo di Masomah era quello di guadagnare un posto ai Giochi Olimpici di Tokyo nel 2020, che sono stati rinviati a causa del COVID-19, e la data è stata spostata a quest'estate.

"Non ho mai pensato che sarei arrivata fino ai Giochi Olimpiaci, ma ho continuato a pedalare", ha detto Masomah nella video intervista appena pubblicata.
"Quindi se hai un sogno, devi lavorarci e portarlo avanti, anche se pensi che non sarà possibile, forse ci arriverai come ho fatto io."

La Squadra Olimpica dei Rifugiati del CIO è stata lanciata prima dei Giochi Olimpici del 2016 a Rio de Janeiro. Martedì, durante una cerimonia virtuale, Masomah è stata convocata nella squadra composta da 29 atlete e atleti che gareggerà a Tokyo.

“Congratulazioni a tutti voi”, ha detto il presidente del CIO Thomas Bach. “Parlo a nome dell'intero Movimento Olimpico quando dico che non vediamo l'ora di incontrarvi di persona e di vedervi competere a Tokyo. La Squadra Olimpica dei Rifugiati del CIO e le atlete e gli atleti dei Comitati Olimpici Nazionali di tutto il mondo, vi sta aspettando finalmente a Tokyo il 23 luglio. Questa squadra lancerà un potente messaggio di solidarietà, resilienza e speranza in tutto il mondo. Siete parte integrante della nostra comunità olimpica e vi diamo il benvenuto a braccia aperte".